Scritto per Metro del 15/10/2014
“Parliamo d’affari, non di politica. Siamo cinesi”. Il premier di Pechino Li Keqiang s’è presentato ieri pomeriggio a Palazzo Chigi, dove ha incontrato il premier Matteo Renzi: i due, accompagnati da un codazzo di ministri, hanno avuto un incontro non lungo nella Sala Verde e hanno poi fatto dichiarazioni alla stampa (un po’ ingessate).
Quindi, Li e Renzi hanno firmato a Palazzo Barberini una ventina di accordi tra i due Paesi per 8 miliardi di euro (in particolare, tra la Cassa Depositi e prestiti e il Fondo strategico italiano e investitori cinesi).
Una visita importante. Eppure, l’interesse suscitato dalla presenza in Italia, a Roma e –domani e venerdì- a Milano del premier cinese è stato relativamente modesto. Anche il Vertice Europa/Asia del 16 e 17 vive, mediaticamente, molto più intorno all'incontro tra i presidenti russo Putin e ucraino Poroshenko che alla partecipazione di Li –e d’una cinquantina di leader complessivamente-.
Della Cina, è la forza –e un po’ forse il limite-: fa molti affari, fa poca politica e cerca di non fare notizia, anzi quasi non vuole che si parli di lei, dei suoi progetti, delle sue manovre. Eppure, i dati del Fondo monetario internazionale appena pubblicati confermano che la Cina ha ormai strappato agli Stati Uniti il primato del Pil mondiale (a parità di potere d’acquisto): nel 2014, 17.600 miliardi di dollari contro 17.400.
E’ la prima volta che gli Stati Uniti non sono in testa alla classifica, da quando, nel 1872, sottrassero a loro volta lo scettro alla loro ‘madre patria’, la Gran Bretagna. E l’Fmi stima che il divario crescerà nel 2015 oltre i mille miliardi.
Una potenza economica inarrestabile, la Cina. E una potenza commerciale ineguagliata, con surplus che di mese in mese battono i record -31 miliardi di dollari a settembre-. Ma non pensate di vederla impegnata a risolvere qualche controversia internazionale, a fare da paciere in Medio Oriente o dove non c’è da guadagnarci.
L’Italia, al confronto, è una pulce, se gioca la carta del rapporto bilaterale e non quella europea, anche se il mercato cinese è un eldorado per molti nostri marchi, moda, lusso, Ferrari e non solo. E c’è pure un Italia che vince a Pechino: proprio ieri, Sacha Modolo, un ciclista, s’è imposto nell’ultima tappa del Giro di Pechino, 117 km dalla Piazza di Tianamen allo Stadio Olimpico.
mercoledì 15 ottobre 2014
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento