Scritto per www.GpNewsUsa2016.eu il 12/12/2014
2014/12/12 - Il direttore della Cia difende il lavoro dell'Agenzia messo sotto
accusa dal rapporto shock del Senato sulle torture, ma ammette errori. Dopo l’attacco
all’America dell'11 Settembre 2001, "non c'erano risposte facili”: la Cia
"era impreparata a gestire interrogatori di prigionieri", riconosce John
Brennan, durante una rara conferenza stampa in diretta tv durata 45 minuti.
Il capo della Cia non ha mai usato la
parola "tortura", ma ha definito i metodi di alcuni agenti "duri"
e in alcuni casi "ripugnanti", nel periodo dal 2003 al 2009, cioè
fino alla presidenza Obama. Prima della conferenza stampa, la Casa
Bianca aveva rinnovato "piena fiducia" al direttore della Cia:
"Brennan svolge il suo lavoro in modo professionale", aveva detto il
portavoce Josh Earnest.
Il capo della Cia partecipa alle riunioni
mattutine fra i più stretti collaboratori del presidente Obama e vi era presente
anche giovedì mattina.
A caldo, subito dopo la pubblicazione del
rapporto del Senato, che critica gli abusi degli 007 Usa dopo l'11 Settembre, Brennan
aveva affermato che le tecniche d’interrogatorio contestate avevano “prodotto
informazioni di intelligence, contribuito a evitare attacchi, a catturare
terroristi e a salvare vite umane".
Nella conferenza stampa, il capo della Cia,
che all'epoca dei fatti era il numero due dell’Agenzia, ha ammesso: "Ero a
conoscenza del programma"; e ha aggiunto: "Non siamo un'istituzione
perfetta, ci sono stati momenti in cui forse s’è passato il limite",
ricordando, tuttavia, che sul programma c'è stata un'inchiesta del ministero
della Giustizia che non ha portato ad alcuna incriminazione.
"Molti dei nostri successi non saranno
mai conosciuti", ha osservato Brennan, ribadendo che alcune informazioni
ottenute con i metodi messi al bando dall'Amministrazione Obama sono state usate
anche per la cattura di Osama bin Laden, il capo di al Qaida, ispiratore dell’11
Settembre. "A coloro che sostengono che non siano emersi dati di intelligence
di rilievo da quegli interrogatori dico che si tratta di un'affermazione prima
di fondamento", ha rincarato il direttore dell'Agenzia, notando che
"se il nesso di causa ed effetto non può essere provato non può neppure
essere smentito". (AGI-gp)
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