Scritto per Metro dello 09/11/2016
Che tacciano tutti!, che tacciamo tutti!, sondaggisti, esperti, giornalisti, siamo tutti peggio persino degli economisti, che pure loro non ci azzeccano mai e il giorno dopo ci spiegano perché mai sia accaduto l’esatto contrario di quello che avevano previsto.
Dopo la Brexit, Donald Trump: ogni volta, uno si mette davanti alla tv convinto di potere assistere ad un bel film magari stile Ombre Rosse, che quando tutto sembra perduto poi arrivano i nostri; e, invece, man mano che si contano i voti, gli indiani ci costringono a fare quadrato e i nostri non arrivano mai e noi facciamo la fine del generale Custer al Little Big Horn.
La vittoria di Donald Trump nelle elezioni americane è una doppia sconfitta per i giornali e i media tutti, non solo americani: ne dimostra i limiti d’analisi, nel riuscire a cogliere la presa e la portata del fenomeno; e ne dimostra i limiti d’influenza, perché tutta la grande stampa americana, quella tradizionale e i ‘new media’, dal New York Times ai blog di punta, hanno dato il loro endorsement a Hillary Clinton e hanno demonizzato il magnate e showman. Risultato: Hillary sconfitta e Donald presidente.
In una lunga notte di tregenda elettorale, l’America s’è consegnata a Donald Trump per i prossimi quattro anni e gli affida la valigetta nucleare; e regala al nuovo presidente un Congresso al suo servizio, tutto repubblicano. L’ondata di rabbia e populismo travolge – proprio quand'era più necessario - il sistema di bilanciamento dei poteri voluto dai Padri Fondatori degli Stati Uniti.
Che tacciano tutti!, che tacciamo tutti!, sondaggisti, esperti, giornalisti, siamo tutti peggio persino degli economisti, che pure loro non ci azzeccano mai e il giorno dopo ci spiegano perché mai sia accaduto l’esatto contrario di quello che avevano previsto.
Dopo la Brexit, Donald Trump: ogni volta, uno si mette davanti alla tv convinto di potere assistere ad un bel film magari stile Ombre Rosse, che quando tutto sembra perduto poi arrivano i nostri; e, invece, man mano che si contano i voti, gli indiani ci costringono a fare quadrato e i nostri non arrivano mai e noi facciamo la fine del generale Custer al Little Big Horn.
La vittoria di Donald Trump nelle elezioni americane è una doppia sconfitta per i giornali e i media tutti, non solo americani: ne dimostra i limiti d’analisi, nel riuscire a cogliere la presa e la portata del fenomeno; e ne dimostra i limiti d’influenza, perché tutta la grande stampa americana, quella tradizionale e i ‘new media’, dal New York Times ai blog di punta, hanno dato il loro endorsement a Hillary Clinton e hanno demonizzato il magnate e showman. Risultato: Hillary sconfitta e Donald presidente.
In una lunga notte di tregenda elettorale, l’America s’è consegnata a Donald Trump per i prossimi quattro anni e gli affida la valigetta nucleare; e regala al nuovo presidente un Congresso al suo servizio, tutto repubblicano. L’ondata di rabbia e populismo travolge – proprio quand'era più necessario - il sistema di bilanciamento dei poteri voluto dai Padri Fondatori degli Stati Uniti.
La Clinton esce nettamente sconfitta nel computo dei Grandi Elettori (310 a 228), anche se la spunta per meno di 200 mila suffragi nel voto popolare.
Come nella notte della Brexit, vince la scelta opposta a quella pronosticata da sondaggi, esperti e allibratori: la rabbia e la protesta si confermano più forti della razionalità e della competenza. Se l’America esce dal voto divisa, l’Europa e il Mondo ne escono impauriti. E se l’America ha istituzioni democratiche forti e una Costituzione solida per superare la bufera, l’Ue non le ha: l’effetto domino, dopo la Brexit e l’elezione di Trump, può farla vacillare e crollare, specie se dovesse tradursi nell’affermazione di altri populismi, in Francia, nel Benelux, in Germania, magari in Italia. ... di qui in avanti ripercorre il post già pubblicato ...
Come nella notte della Brexit, vince la scelta opposta a quella pronosticata da sondaggi, esperti e allibratori: la rabbia e la protesta si confermano più forti della razionalità e della competenza. Se l’America esce dal voto divisa, l’Europa e il Mondo ne escono impauriti. E se l’America ha istituzioni democratiche forti e una Costituzione solida per superare la bufera, l’Ue non le ha: l’effetto domino, dopo la Brexit e l’elezione di Trump, può farla vacillare e crollare, specie se dovesse tradursi nell’affermazione di altri populismi, in Francia, nel Benelux, in Germania, magari in Italia. ... di qui in avanti ripercorre il post già pubblicato ...
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