Scritto per www.GpNewsUsa2016.eu e Formiche.net lo 01/11/2016, inglobando l'articolo per Il Fatto Quotidiano dello 01/11/2016
Le contromosse democratiche colpiscono Donald Trump.
Ma l’Fbi fa sapere che le nuove indagini sulle mail di Hillary Clinton difficilmente
si chiuderanno prima dell’Election Day, l’8 Novembre, fra una settimana. Il NYT
accusa il magnate di avere usato metodi ai limiti dell’illecito per evitare di pagare
le tasse, mentre si apprende che i federali indagano sui rapporti d’affari con
la Russia dell’ex capo della sua campagna Paul Manafort.
In tutti i sondaggi che si succedono a ritmo
intensificato e che ormai tengono conto dell’annuncio della riapertura
dell’inchiesta sulle mail, Hillary resta in testa, anche se con vantaggi erosi
rispetto agli stessi rilevamenti precedenti: cinque punti - contro sei la
settimana scorsa - per Reuters/Ipsos (44 a 39%), sei punti per la Nbc (47 a
41%).
Parlando a Tucson, in Arizona, accanto a Gabrielle
Gifford, l’ex deputata che proprio lì nel 2011 rimase ferita in una strage in
cui furono uccise sei persone, la Clinton ha affermato che Trump è venduto alla
lobby delle armi, del cui sostegno si vanta. ''Lavoreremo – ha promesso la
democratica – a soluzioni responsabili per il possesso delle armi''.
I
tempi delle indagini, serrate, ma lunghe – E’ la Cnn a citare
fonti dell’Fbi sui tempi delle indagini: gli agenti devono ancora completare la
catalogazione delle mail nel computer di Anthony Weiner, l’ex marito di Huma
Abedin, la più stretta collaboratrice di Hillary Clinton, e poi avviarne l’esame.
Le stesse fonti spiegano che gli investigatori stanno
utilizzando tecnologie molto sofisticate, cercando di isolare le mail
potenzialmente pertinenti all'inchiesta.
Quando il lavoro di catalogazione sarà terminato, gli
agenti inizieranno l’esame delle email ritenute rilevanti e verificheranno se
esse contengano informazioni riservate e se le persone che le maneggiavano
erano consce dell'eventuale segretezza dei dati in esse contenuti. Gli investigatori
potrebbero sentire di nuovo la Abedin e interrogare altre persone.
In una breve lettera ad alcuni membri del Congresso il
Dipartimento alla Giustizia assicura, tuttavia, che lavorerà con l'Fbi per
procedere nelle indagini "il più velocemente possibile". Il
Dipartimento era contrario alla riapertura dell’inchiesta a ridosso del voto.
Le
manovre di Donald per eludere le tasse, NYT – Il NYT è il
giornale più agguerrito, e più informato, sulle tasse di Trump, che avrebbe usato
manovre ai limiti del lecito per non pagarle.
''Agli inizi degli Anni 90 – scrive il quotidiano -,
il magnate non denunciò al fisco centinaia di milioni di dollari di redditi,
usando una manovra di elusione fiscale così dubbia dal punto di vista legale
che anche i suoi avvocati lo misero in guardia dalla possibilità che il fisco
la ritenesse impropria''.
Il giornale cita nuovi documenti, che vanno ad
aggiungersi a quelli già pubblicati, che segnalavano il mancato pagamento delle
imposte federali per anni ricorrendo a scappatoie consentite dalla legge.
Quelle rivelazioni avevano però più giovato che nuociuto a Trump, facendolo
apparire “furbo” ai suoi fan.
Inchiesta
sugli affari filo-russi dell’ex manager Manafort
- L'Fbi ha avviato indagini preliminari sui legami d'affari esteri dell'ex
responsabile della compagna di Trump, Paul Manafort. Lo riferisce l’Nbc. Da
mesi, circolano indiscrezioni secondo cui Manafort avrebbe aiutato il partito
filo-russo ucraino dell'ex presidente Yanukovich a finanziare due società di lobbying
con sede a Washington. Manafort smentisce le voci: ''Non è vero. E' propaganda
democratica''.
Ieri, il leader dei democratici in Senato Harry Reid
aveva fatto notare che l'Fbi indaga sulla Clinton, mentre è in possesso di “informazioni
esplosive” sui rapporti tra Trump e Putin. E Robert Mock, manager della campagna
di Hillary, aveva collecitato un’inchiesta federale sui legami con la Russia di
Trump e di alcuni suoi fidi.
Manafort lasciò la campagna di Trump pochi giorni dopo
indiscrezioni sui suoi legami filo-russi. L'aiuto al partito filo-russo ucraino
dell'ex presidente Yanukovich risalirebbe al 2012: Manafort avrebbe contribuito
al finanziamento segreto per almeno 2,2 milioni di dollari di due importanti
società di lobbying con sede a Washington.
La legge Usa prevede che i lobbisti riferiscano al
Dipartimento di Giustizia se rappresentano leader o partiti stranieri. (fonti vv - gp)
La
giornata di lunedì - Donald Trump non sta più nella pelle:
"Grazie Huma! Grazie Huma! Ben fatto Huma! Ben fatto Anthony
Weiner!". Il candidato repubblicano alla Casa Bianca inneggia, in Michigan
e ovunque tiene comizi, al braccio destro della sua rivale Hillary Clinton,
Huma Abedin, “una seconda figlia”, figura chiave suo malgrado della riapertura
dell'inchiesta sull'emailgate, e al di lei marito, un ex deputato con il
vizietto delle foto in boxer alle adolescenti, o, almeno, a una 15enne. Saranno
proprio l’ ‘uomo in boxer’ e il direttore dell’Fbi James Comey i Grandi
Elettori di Usa 2016?
Il sospetto c’è, perché la botta per Hillary e per i
democratici è grossa. Donald è così su di giri che invita i suoi fan a “votare
più volte”. E gongola: "Come dicono nell'industria mineraria, penso che
abbiamo trovato la vena principale” delle mail dell’ex segretario di Stato.
Secondo lui, l’Fbi avrebbe recuperato 33 mila messaggi cancellati, ma
l’illazione non trova conferme; né c’è la prova che quelle mail siano nuove,
cioè non siano già state visionate, e contengano elementi che valgano
un’incriminazione.
La Clinton, invece, proclama che “il caso non c’è”:
“Controllino pure le mail, com’è giusto che sia … Ma la maggior parte delle
persone su questa vicenda s’è già fatta un’idea”. Manca però il tempo per fare
chiarezza: le mail da vagliare sarebbero circa 650 mila; quelle inviate o
ricevute dal server dell’ex segretario di Stato potrebbero essere migliaia.
L'ultimo sondaggio di Politico/Morning Consult, che
tiene già conto della sorpresa di Comey, vede un testa a testa tra Hillary e
Donald, con lei avanti di tre punti 46 a 43%. In una corsa a quattro, l’ex
first lady conserva lo stesso vantaggio, con il libertario Gary Johnson al 7 e
la verde Jill Stein al 5%.
Il sito Fivethirtyeight.com dà sempre Hillary vincente
in termini di Grandi Elettori, ma le possibilità di Trump, che erano scese al
12,5%, risalgono in 48 ore e raddoppiano al 25%. Il sito 270towin.com mantiene
la suspense: dà alla democratica 258 Grandi Elettori – la soglia è 270 – e al repubblicano
157, lasciandone 123 in bilico.
Ma i sussulti potrebbero non essere finiti, perché
Wikileaks fa sapere di essere pronta a colpire nuovamente – finora, il
bersaglio è sempre stato la Clinton -, mentre i democratici e gli anti-Trump
serrano le fila: senatori ed ex ministri della Giustizia mettono sotto accusa
il direttore Comey, che terrebbe celate “informazioni esplosive” sui rapporti
tra Putin e Trump; ma il capo dell’Fbi non potrà essere travolto in otto
giorni. Il presidente Obama debutta su Snapchats pro-Hillary, l’FT le dà il suo
endorsement (ma sposta pochi voti, negli Usa).
Per il secondo giorno consecutivo, la Clinton fa
campagna in Ohio, uno Stato cruciale, senza Huma, rimasta a New York per
collaborare alle indagini. Gli agenti federali hanno intanto ottenuto il
mandato necessario per cominciare a vagliare le mail potenzialmente attinenti
all’emailgate e stabilire quali e quante siano davvero rilevanti ai fini
dell'inchiesta relativa all'utilizzo di un account e di un server privati da parte
della Clinton quando era segretario di Stato. Il mandato era necessario perché
il materiale è stato trovato nell'ambito di un’altra indagine, su Weiner e i
suoi boxer.
Il Bureau voleva indagare anche sulla Fondazione
Clinton, ma il dipartimento di Giustizia ritenne che non vi fossero prove
sufficienti per procedere. Si trattava di verificare se a donatori fosse stato
riservato un trattamento politico speciale. Da parte sua la Fondazione Clinton
afferma di non essere mai stata contattata dall’Fbi: una conferma che
l’iniziativa non andò oltre i preliminari. (gp)
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