Scritto per www.GpNewsUsa2016.eu e Formiche.net lo 09/11/2016 e integrato in un post per il blog de Il Fatto Quotidiano
In una lunga
notte di tregenda elettorale, l’America si consegna a Donald Trump per i
prossimi quattro anni; e consegna al nuovo presidente un Congresso al suo
servizio, tutto repubblicano. Hillary Clinton esce nettamente sconfitta, dal voto
popolare – oltre un milione di suffragi di scarto – più ancora che dai Grandi
Elettori.
Come nella
notte della Brexit, vince la scelta opposta a quella pronosticata da sondaggi,
esperti e allibratori: la rabbia e la protesta si confermano più forti della
razionalità e della competenza. Se l’America esce dal voto divisa, l’Europa e
il Mondo ne escono impauriti.
I mercati
hanno reazioni da panico. Il dollaro va giù, l’oro va su. E ovunque ci s’interroga
sull’impatto che l’elezione del magnate avrà, con tutte le sue incognite e
contraddizioni economiche e di politica estera.
La mappa
elettorale non esprime a pieno la spaccatura dell’America, ridotta al
cromatismo rosso/blu degli Stati repubblicani e democratici, senza tenere conto
delle divisioni etniche, di genere e di censo che venano la società.
Quando la
conta dei voti era appena iniziata e la notte non era ancora avanzata verso il
suo epilogo, Barack Obama faceva sapere: “Comunque vada, l’America resta una
grande Nazione”. E questa resta una pagina di democrazia nella storia di un
grande Paese, che è sempre capace di cambiare, non sempre andando nella
direzione della storia.
La notte parte
con i colori della speranza per la candidata democratica, sostenuta da tutta
una serie di segnali considerati per lei positivi, come l’alta affluenza. Ma vira
in modo deciso, determinante, al rosso repubblicano quando i tre grandi Stati
in bilico, la Florida, l’Ohio e la North Carolina, finiscono l’uno dopo l’altro,
nel giro di un’ora, nel paniere di Trump.
Da quel
momento, l’ultima ridotta democratica si riduce nel MidEst tra Wisconsin e
Michigan. Ma neppure lì Hillary tiene le posizioni: gli Stati manifatturieri
delle fabbriche perdute seguono l’illusione del ritorno dei posti di lavoro promesso
da Trump. A tratti, l’andamento dello spoglio ha echi delle elezioni del 2000,
quelle rimaste in bilico per settimane tra George W. Bush e Al Gore; ma tutto
si risolve poco dopo la mezzanotte di New York, che non viveva una serata
elettorale così, con tutti e due i candidati nella Grande Mela, dal 1944.
"E' una grande notte per l'America": il team di Trump assapora la vittoria prima ancora che sia ufficiale. I sostenitori della Clinton sono, invece, sotto shock. Nell'Election Day che affida la valigetta atomica a uno showman dal tweet impulsivo, Massachusetts e California – che votano Clinton – danno il via libera alla legalizzazione della marijuana per uso ricreativo. Nel Nebraska, che vota Trump, torna, invece, la pena di morte: il ripristino della pena capitale, là dove il boia non colpisce dal 1997, passa a un anno dalla decisione di sospenderla. (gp)
"E' una grande notte per l'America": il team di Trump assapora la vittoria prima ancora che sia ufficiale. I sostenitori della Clinton sono, invece, sotto shock. Nell'Election Day che affida la valigetta atomica a uno showman dal tweet impulsivo, Massachusetts e California – che votano Clinton – danno il via libera alla legalizzazione della marijuana per uso ricreativo. Nel Nebraska, che vota Trump, torna, invece, la pena di morte: il ripristino della pena capitale, là dove il boia non colpisce dal 1997, passa a un anno dalla decisione di sospenderla. (gp)
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