In Germania,
nelle trattative per la grande coalizione, la Spd chiede il posto di
commissario europeo e fa il nome dell’attuale presidente del Parlamento europeo
Martin Schulz, che si ritrova così a fare la corsa in testa allo scoperto. E in
Italia?
La notizia,
riportata dalla Welt am Sonntag, contiene due elementi: primo, il fatto che in
Germania il posto di commissario europeo è un tassello della trattativa per la
formazione del nuovo governo; secondo, il fatto che Schulz è oggi il
battistrada non tanto per una poltrona di commissario europeo quanto per quella
di presidente della Commissione europea, col rischio di restare (troppo?) a
lungo allo scoperto, come un ciclista che lancia da lontano la sua volata e può
poi subire la rimonta proprio sulla linea del traguardo.
In Germania, con
largo anticipo, Cdu e Csu, da una parte, e Spd dall’altra si preoccupano,
dunque, delle future scelte europee. C’era un’intesa tra i due partiti per decidere
il posto di commissario dopo le elezioni europee del maggio 2014, ma l’Spd vorrebbe
ora impegni da subito vincolanti e affiderebbe a Schulz il compito di trattare
coi cristiano sociali tutti i temi dell’accordo governativo inerenti l’Ue e
l’euro. Il commissario tedesco è attualmente Guenther Oettinger (energia), un
Cdu, ex ministro presidente del Baden-Wuerttemberg, che resterebbe volentieri a
Bruxelles.
Designato alla Commissione
dalla Germania e pure indicato dal Partito socialista europeo come candidato
alla presidenza dell’esecutivo comunitario, Schultz ha, dunque, il vento in
poppa ed è impegnato in una campagna elettorale che lo ha portato a più riprese
in Italia e, nei giorni scorsi, anche a essere ricevuto in udienza da papa
Francesco, che ha invitato a una plenaria a Strasburgo del Parlamento europeo.
Ma la gara è ancora
lunga: i popolari non hanno ancora deciso se designare un loro candidato; liberali
e verdi si apprestano, invece, a farlo con procedure diverse. E Schulz, in
testa da solo, rischia di logorarsi.
Quanto
all’Italia, il posto in Commissione non entrò, a quanto è dato sapere, nei
negoziati per le ‘larghe intese’. Il membro italiano dell’Esecutivo comunitario
è attualmente Antonio Tajani, Pdl, vice-presidente e responsabile
dell’industria, molto attivo e largamente apprezzato a Bruxelles.
Se la
Germania ha le carte in regola per sollecitare il posto di presidente della
Commissione, che non ha mai ricoperto –fu tedesco solo il primo presidente
Walter Hallstein, dal 1958 al ’62-, l’Italia ha già avuto quel posto due volte,
con Franco Maria Malfatti e Romano Prodi e, soprattutto, ha in questo momento
il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi –un’accoppiata è
davvero improbabile-.
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