Scritto per Il Fatto Quotidiano del 26/10/2013
I leader dell'Ue
ammoniscono Barack Obama: "La mancanza di fiducia fra alleati può pregiudicare
la lotta al terrorismo"; e Francia e Germania chiedono a Washington
colloqui per trovare un'intesa su un “codice di buona condotta”, una sorta di
‘galateo dello spionaggio’. Insomma, lo strafare dell’Nsa, che intercettava 35
leader amici, potrebbe sortire l’effetto contrario a quello desiderato, cioè
rendere l’America meno sicura.
Ma è un’ipotesi
in realtà remota: allo spionaggio, nessuno vuole rinunciare. Parigi e Berlino,
pur vocalmente irritate, chiedono solo di regolamentarne le pratiche, non certo
di metterlo al bando. E, al Vertice di Bruxelles, David Cameron fa il pesce in
barile: Londra, infatti, partecipa al programma d’intercettazioni globali
americano.
La richiesta di
chiarimenti non s’accompagna neppure, come aveva auspicato il Parlamento
europeo, alla sospensione dei programmi di scambio di dati Usa-Ue e - ancor
meno - al blocco dei negoziati verso un’area franca commerciale transatlantica.
A margine delle trattative, Ue e Usa hanno creato un gruppo per discutere il
problema. Il presidente francese François Hollande punta a definirvi entro
dicembre il ‘codice di condotta’ comune.
Le
intercettazioni americane di migliaia di cittadini europei e del resto del
mondo si sta rivelando – è stato detto - un vaso di Pandora di grane per l’Amministrazione
statunitense. Washington si sforza di tranquillizzare amici e alleati, con
risultati finora modesti. Ricevendo il presidente del Senato Pietro Grasso, il
vice di Obama Joe Biden gli ha detto che “la legge italiana sulle intercettazioni
non risulta violata"; e gli ha confermato la revisione in atto dei metodi
di raccolta dei dati per trovare l’equilibrio tra sicurezza e privacy.
Quasi in
contemporanea, a Bruxelles, il premier Letta, che ancora non sa se il suo
cellulare è stato spiato, esagera la portata della posizione europea, che
definisce “forte e unitaria”. Letta invoca l’esigenza di “fare chiarezza” a
tutti i livelli nell'Ue e con gli Usa e di “mettere ordine" in materia d’intercettazioni
telefoniche.
Chiarezza e
ordine cui non contribuiscono, per il premier, le rivelazioni a ondate del duo
Snowden ‘la talpa’ e Assange ‘il regista’: ieri, anche il premier spagnolo
Mariano Rajoy è entrato nel ‘club degli spiati’. Rajoy dice di non averne le
prove, ma intanto fa convocare per lunedì l’ambasciatore degli Usa per
chiedergliene conto. Angela Merkel annuncia che continuerà a parlare al
telefonino e Letta, vedendola corrucciata, la invita a sorridere.
Invece di chiudersi in difesa, Cameron va
all'attacco: lancia una raffica di proposte ultra-liberiste, frena sul mercato
unico digitale (che slitta dal 2014 al 2015), e cioè sulle norme per la
protezione dei dati, e ricorda gli attentati sventati "perché abbiamo
condiviso informazioni". Lo spionaggio – dice-
"è l'unico modo per salvare la gente dal terrorismo".
La rivelazione di giornata è che gli Stati Uniti starebbero mettendo in guardia vari servizi segreti perché alcuni documenti in mano a Snowden proverebbero che essi hanno agito in combutta con l’intelligence americana. E in qualche caso i servizi avrebbero operato senza il consenso dei governi. Fra gli elementi più imbarazzanti, un programma di spionaggio a più voci ai danni della Russia – toh!, che sorpresa-.
La rivelazione di giornata è che gli Stati Uniti starebbero mettendo in guardia vari servizi segreti perché alcuni documenti in mano a Snowden proverebbero che essi hanno agito in combutta con l’intelligence americana. E in qualche caso i servizi avrebbero operato senza il consenso dei governi. Fra gli elementi più imbarazzanti, un programma di spionaggio a più voci ai danni della Russia – toh!, che sorpresa-.
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