Lezione
d’Europa all'Università di Bologna: docente il professor Andrea Renda. Ad
ascoltarlo trecento studenti dell’Ateneo e delle scuole superiori felsinee e,
collegati in streaming, studenti di altre sei Università, Torino, Rimini,
Perugia, Roma Tre, Bari, Sassari.
‘Pensare oltre i
confini’ è il titolo della lezione, che tratta in particolare il tema del
completamento del mercato unico: per l’Italia, prospettive e opportunità.
Lezioni d’Europa
è una serie d’incontri per spiegare l’Europa ai giovani, e per introdurre i
giovani all’Europa, che va avanti dal 2009, grazie a un partenariato tra
Commissione e Parlamento europei e Dipartimento per le politiche comunitarie
della Presidenza del Consiglio, in collaborazione con il Ministero degli Esteri
e Europe Direct.
Quest’anno l’incontro
di Bologna è stato preceduto da uno a Roma, protagonista Riccardo Perissich,
vice-presidente del Consiglio Italia-Usa, sul tema della rappresentanza delle
imprese in Europa.
Nella sua
lezione, il professor Renda, fra l’altro senior research fellow al Ceps di
Bruxelles e direttore del Global Outlook dell’Istituto Affari Internazionali di
Roma, ha prima inquadrato l’attuale fase dell’Unione europea nel contesto delle
macro-tendenze dell’economia internazionale, poi ha individuato le dieci
ragioni del declino dell’Europa e ha tracciato una strategia della reazione,
concludendo con un approfondimento sul ‘caso Italia’.
L’Italia è
l’unico Paese Ue a essersi impoverito in assoluto nell'arco degli ultimi anni e
che non riesce a migliorare la propria produttività, oltre a detenere tutta una
serie i record Ue negativi, dall'incapacità di utilizzare i fondi a
disposizione al numero delle infrazioni alle norme comunitarie, passando
attraverso i ritardi nell'istruzione e nell'informatica.
Renda s’è chiesto
se sia un malato dell’Europa o se non sia piuttosto una ‘malata d’Europa’, come
l’euro-scetticismo tende a credere. Per il professore, l’Italia è piuttosto
malata di mancanza d’Europa, cioè proprio dell’incapacità di utilizzare gli
strumenti e le prospettive che l’integrazione le offre. E l’Europa, a sua
volta, soffre di una ‘mancanza d’Italia’.
Numerose le
domande dei giovani presenti e via social media, a testimonianza di una
vitalità d’attenzione e d’interesse che è stato il vero, se non unico,
germoglio d’ottimismo della giornata.
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