Scritto per Il Fatto Quotidiano del 25/10/2013
Per coprire divisioni o mancanza d’iniziative
sul fronte interno, non c’è nulla di meglio che trovarsi un nemico comune sul
fronte esterno. Al Vertice dell’Ue a Bruxelles, i leader dei 28 se lo trovano
bell’e servito: gli Stati Uniti, che se ne stanno in ascolto sui telefonini di
chi conta in Europa. Persino il cauto José Barroso, presidente della
Commissione europea, ha il coraggio di denunciare Washington che mette a
rischio la privacy, "diritto fondamentale" dei cittadini europei; e
pure interessi economici e commerciali.
Il Datagate scalza dal ‘top’ dell’agenda
del Vertice l’immigrazione e l’economia: se ne parla lo stesso a Bruxelles, ma
l’attenzione mediatica è tutta sull'inasprimento dei toni tra Europa ed America
causa spionaggio indiscriminato di amici e alleati. Le rivelazioni, smentite ma
non proprio, delle intercettazioni sul telefonino del cancelliere tedesco Angela
Merkel fatte dalla Nsa mobilitano i capi di Stato e di Governo dell’Ue.
"In Europa –dice Barroso- consideriamo
il diritto alla privacy un diritto fondamentale". Programmi di spionaggio
come quello americano mandano, invece, segnali da "totalitarismo"
stile Germania dell'Est, "dove la polizia politica spiava ogni giorno le vite
degli altri".
Il Consiglio europeo, apertosi ieri
pomeriggio, si concluderà oggi a Bruxelles. Prima della plenaria, la Merkel e
il presidente francese Francois Hollande, due che hanno appena avuto vivaci
telefonate con il presidente Usa Barack Obama, discutono il da farsi a
quattrocchi: dichiarazioni ferme, passi da studiare.
La Merkel fa convocare a Berlino
l’ambasciatore statunitense e si presenta al Vertice combattiva: “Spiare gli
amici –dice- è inaccettabile”. L’alleanza Usa-Ue “può essere costruita solo
sulla fiducia”. E di fiducia tradita parlano molti leader e commissari europei.
La stampa tedesca rivela alcuni
varchi nella maginot di un’intelligence poco teutonica: il telefonino di Angela
intercettato non è un
modello a garanzia di protezione, perché il cancelliere invia e riceve
messaggini da un cellulare ereditato dalla Cdu, che ha sempre con sé. Eppure, i
funzionari di rango del governo tedesco sono tenuti a non discutere di questioni di lavoro con telefoni non
protetti. E la
procura federale tedesca se la prende meno calda dei politici: avvia un’ ‘osservazione’
sulla vicenda, cioè non apre neppure un’inchiesta.
Di fronte alla levata di scudi
europea, Obama dà un colpo di freno alle pratiche dell’Nsa, almeno sulla carta:
vuole sapere se si è andati davvero oltre i limiti e il buon senso, arrivando a
spiare cellulari ed e-mail di capi di Stato e di governo alleati, dalla Merkel
alla brasiliana Dilma Roussef – sarebbero 35 i pezzi grossi mondiali politici e
militari spiati-. ''E' nostro
interesse mantenere coi nostri partner i legami più stretti possibile”: dice il
portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, “continuiamo ad avere colloqui a tutti
i livelli”.
Le ipotesi
di ritorsioni in tavola sono diverse. Il presidente del Parlamento europeo
Martin Schultz propone ai leader dei 28 di sospendere i negoziati per la zona
di libero scambio transatlantica e, prima di riprenderli, di fare chiarezza su
“questa situazione da guerra fredda”. E mercoledì l’Assemblea di
Strasburgo aveva chiesto di sospendere l'accordo tra Ue e Usa per il controllo
delle transazioni finanziarie a fini antiterroristici.
Il
presidente del Consiglio Enrico Letta giunge a Bruxelles preceduto dalla
notizia finora incerta che pure il governo italiano sarebbe stato spiato dalla
Nsa e dalla Gran Bretagna; e che i servizi avrebbero avuto un ruolo
nell'operazione, finora negato. Letta va alla riunione dei leader del Pse, vede
Hollande, raggiunge il Vertice e, a cena, introduce la discussione sui temi
dell’innovazione e dell’economia.
Per l’Italia, le conclusioni
sull'immigrazione, già pronte, recepiscono alcuni punti sollevati dopo i drammi
di Lampedusa: i principi della solidarietà e dell'equa ripartizione delle
responsabilità, già sanciti dal Trattato Ue, dovranno guidare le azioni tese a
prevenire la morte di migranti diretti verso l'Europa.
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