Scritto per Il Fatto Quotidiano del 19/03/2014
In questa crisi è sempre Obama che insegue Putin. Per il
gioco dei fusi orari, certo. Ma non solo. E’ il presidente russo ad avere il
pallino in mano. L’Occidente non riesce a portarglielo via. Sfidando le
sanzioni appena decretate da Usa e Ue, anzi facendosene beffe, Putin ha ieri
firmato il trattato che riunifica la
Crimea alla Russia.
La cerimonia della firma è venuta dopo un discorso dai toni
tanto patriottici quanto anti-occidentali: un discorso che gli stereotipi
vogliono nella retorica ‘da Orso Russo’ e, nel contesto dei saloni tutti ori e
stucchi del Cremlino, ‘zaresco’ o ‘imperiale’.
Putin, in realtà, ha alternato le affermazioni radicali (“La Crimea è parte inscindibile
della Russia, lasciarla all’Ucraina sarebbe un tradimento”) a passaggi rassicuranti:
“La Russia ”,
che non viola il diritto internazionale, “non vuole altre secessioni
dall’Ucraina”, anche se a Kiev c’è stato “un colpo di stato”.
La reazione dell’Occidente non s’è fatta attendere:
immediata la minaccia di nuove sanzioni, dopo l’annessione della Crimea, che è entrata
in vigore, anche se la Duma
deve ancora ratificare la legge –una semplice formalità: sarà cosa fatta
venerdì 21-. Agli alleati, Obama propone di riunire all’Aja lunedì 24, un
Vertice del G7 straordinario, senza la Russia , ovviamente, che è oggi “una minaccia per
la pace”.
La partecipazione della Russia al Vertice del G8 che deve
tenersi il 4 e 5 giugno resta sospesa, ma la Francia –dice il ministro degli esteri Laurent Fabius-
mantiene l’invito a Putin alle celebrazioni del 70° anniversario dello Sbarco
in Normandia, il 6 giugno.
Da Varsavia, il vice-presidente Usa Joe Biden accusa la Russia di “aggressione”
all’Ucraina e pure di “confisca del territorio” della Crimea. Londra in
sintonia con Washington si rammarica che Mosca abbia scelto “la via
dell’Isolamento” e sospende ogni forma di cooperazione militare. Berlino
denuncia la violazione del diritto internazionale e invita gli alleati a
coordinare le risposte. L’Italia è pronta a inasprire le sanzioni e insiste per
il dialogo: la Nato
–dice Federica Mogherini- non è il contesto giusto per affrontare questa crisi
(ed a Kiev il premier ucraino Arseni Iatseniuk esclude un’adesione dell’Ucraina
alla Nato).
La via militare è esclusa. A parte un appesantimento delle
sanzioni –quelle economiche sono un’arma a doppio taglio-, resta la via del
dialogo. E, alla ricerca di una soluzione diplomatica, Herman Van Rompuy, presidente
del Consiglio europeo, è oggi a Mosca, alla vigilia della firma, domani, a
Bruxelles, del capitolo politico dell’accordo di associazione dell’Ucraina
all’Ue, il cui rinvio,a fine novembre, scatenò la sommossa a Kiev.
Il presidente ad interim ucraino, Oleksandr Turcinov, uno la
cui legittimità è discutibile almeno quanto l’annessione della Crimea, afferma
che Putin segue l'esempio della "Germania nazista": “Con l'annessione
dei territori di altri Stati, la
Germania nazista diede il via alla II guerra mondiale. E ora
Putin ricalca le orme dei fascisti del XX secolo".
Le borse, a Mosca e ovunque nel Mondo, non prestano
attenzione all’escalation verbale e chiudono positive. Putin, poi, incassa pure
un successo interno: l’uccisione del capo della guerriglia jihadista nel
Caucaso Doku Abu Umarov, cui le forze russe davano la caccia da anni. Un
martire, per i suoi; un trofeo, per il leader russo, rafforzato dal braccio di
ferro con l’Occidente. La sua popolarità non è mai stata così alta dopo la rielezione
nel maggio 2012.
Con il trattato firmato ieri, entrano nella Federazione
russa due nuovi soggetti: la
Crimea auto-proclamatasi indipendente con il referendum di
domenica e la città di Sebastopoli, che ha uno statuto speciale. La cerimonia è
stata accompagnata dagli applausi scroscianti dai deputati federali e regionali
e dai governatori presenti.
Nel suo discorso dagli accenti emotivi, Putin ha detto che “la Crimea , nel cuore e nella
coscienza della gente, era e resta una parte integrante della Russia”: sarebbe
stato “un tradimento” non raccogliere le richieste di protezione della
popolazione, dopo la sommossa di Kiev che ha condotto alla destituzione del
presidente filo-russo Viktor Ianucovich.
Ma Putin s’è pure voluto rassicurante: “Non crediate a coloro che vi dicono che, dopo
Continuo ad essere perplesso di fronte a questa "annessione", dopo un referendum chiaramente pilotato (spero non si voglia sostenere che percentuali del 96%, che fanno impallidire quelle "bulgare" dei tempi della dominazione russa sull'Est europeo, siano veridiche) e con la sola debole scusa del "colpo di stato" in Ucraina.
RispondiEliminaCi sono innegabilmente somiglianze con l'aggressione di Hitler alle nazioni circonvicine con la uguale scusa di difendere le popolazioni tedesche ivi residenti.
Il revisionismo di Putin, 60 anni dopo Krusciov, mi pare di stampo post-staliniano, con l'aggravante che si consuma decenni e decenni dopo...
La dimostrazione di arroganza che Putin sta dando al mondo occidentale è veramente impressionante.