Scritto per EurActiv.it il 14/03/2014
Non c’è che dire: ovunque vada, e prima ancora di
andarci, Matteo Renzi suscita alte aspettative (e grande curiosità). Ma, in
Europa, affiorano anche perplessità mediatiche e cautele istituzionali: nessuno
gli firma una cambiale in bianco, come scrive su AffarInternazionali il
presidente dello IAI Ferdinando Nelli Feroci.
Il quotidiano finanziario
agirebbe di più sul fronte delle imprese e della riforma del lavoro. Però, e si
sa, la ricetta del FT è liberista, mentre Matteo vuole “una nuova Europa”,
“un’Europa diversa”. Quale, lo spiegherà magari a Hollande e alla Merkel nelle
prossime 72 ore.
Così, la cancelliera tedesca Angela Merkel si
attende da Renzi "un progetto di riforme ambizioso". Ad affermarlo,
secondo quanto riporta la Dpa ,
il portavoce della cancelleria Steffen Seibert: Italia e Germania –osserva
Seibert- hanno lavorato "per molto tempo e molto vicini" insieme,
un'alleanza che verrà rafforzata dai colloqui a Berlino lunedì prossimo, con l’obiettivo
di una cooperazione sempre più concreta.
Sulla stampa internazionale, che finora era stata attendista
verso il neo-premier e il suo governo, con una tendenza alla simpatia, il primo
a uscire allo scoperto con toni critici è il Financial Times: la medicina di
Renzi non curerà l'Italia, "il taglio del cuneo fiscale per i salari più
bassi non incrementerà la competitività delle imprese".
Con questo viatico, Matteo si
appresta a un giro di valzer di impegni europei e internazionali: sabato,
domani, a Parigi, dal presidente François
Hollande; lunedì 17 a
Berlino, dalla Merkel; giovedì e venerdì 20 e 21 a Bruxelles al Vertice
europeo –situazione economica, competitività, pacchetto clima ed energia 2030-.
Subito prima del Vertice, il premier
incontrerà il presidente della Commissione europea Jose' Manuel Barroso.
Poi, la settimana successiva, il Vertice dell’Aja, 24 e 25,
sulla sicurezza nucleare; e, il 27 marzo, ci sarà a Roma il presidente Usa
Barack Obama, che viene qui soprattutto per Papa Francesco, ma che vedrà pure
il premier e il presidente Napolitano. Proprio per preparare questi appuntamenti Renzi
e numerosi ministri sono stati a consulto, oggi, al Quirinale
A quel punto Matteo, che ha esordito sulla scena
internazionale il 6 marzo, alla riunione straordinaria del Consiglio europeo
sulla crisi ucraina, non sarà più un ‘debuttante’ e si sarà presentato a
(quasi) tutti quelli che contano. E dunque verrà meno nei suoi confronti
l’atteggiamento d’attesa e curiosità che ora gli vale una certa benevolenza: i
suoi partner cominceranno a vagliare i risultati.
Come, appunto, ha già iniziato a fare FT, cui non
tornano i conti degli annunci di Renzi: l'idea che
l'Italia voglia aumentare l'obiettivo di disavanzo previsto
dall'Ue - il 2,6% del reddito nazionale - "farà
correre i brividi lungo le schiene dei responsabili
politici di Bruxelles e Berlino".
L'Italia – osserva il giornale - dovrebbe cercare di ridurre i suoi 2mila miliardi di euro di debito, non aumentarli come
sta avvenendo.
I dati
economici delle ultime ore lo confermano. BankItalia indica che il debito pubblico a gennaio è salito a
2.089,5 miliardi, con entrate fiscali stabili e maggiori spese degli enti
locali. L'agenzia di rating Fitch,
che però non tiene conto degli annunci del governo, vede una crescita del Pil
modesta quest'anno e il prossimo, rispettivamente 0,6 e 1%, i consumi sostanzialmente
fermi e un piccolo della disoccupazione ancora da raggiungere prima di
innescare il calo.
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