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venerdì 14 marzo 2014

Italia/Ue: Renzi, alte aspettative, prime cautele

Scritto per EurActiv.it il 14/03/2014

Non c’è che dire: ovunque vada, e prima ancora di andarci, Matteo Renzi suscita alte aspettative (e grande curiosità). Ma, in Europa, affiorano anche perplessità mediatiche e cautele istituzionali: nessuno gli firma una cambiale in bianco, come scrive su AffarInternazionali il presidente dello IAI Ferdinando Nelli Feroci.

Così, la cancelliera tedesca Angela Merkel si attende da Renzi "un progetto di riforme ambizioso". Ad affermarlo, secondo quanto riporta la Dpa, il portavoce della cancelleria Steffen Seibert: Italia e Germania –osserva Seibert- hanno lavorato "per molto tempo e molto vicini" insieme, un'alleanza che verrà rafforzata dai colloqui a Berlino lunedì prossimo, con l’obiettivo di una cooperazione sempre più concreta.

Sulla stampa internazionale, che finora era stata attendista verso il neo-premier e il suo governo, con una tendenza alla simpatia, il primo a uscire allo scoperto con toni critici è il Financial Times: la medicina di Renzi non curerà l'Italia, "il taglio del cuneo fiscale per i salari più bassi non incrementerà la competitività delle imprese".

Con questo viatico, Matteo si appresta a un giro di valzer di impegni europei e internazionali: sabato, domani, a Parigi, dal presidente François Hollande; lunedì 17 a Berlino, dalla Merkel; giovedì e venerdì 20 e 21 a Bruxelles al Vertice europeo –situazione economica, competitività, pacchetto clima ed energia 2030-. Subito prima del Vertice,  il premier incontrerà il presidente della Commissione europea Jose' Manuel Barroso.

Poi, la settimana successiva, il Vertice dell’Aja, 24 e 25, sulla sicurezza nucleare; e, il 27 marzo, ci sarà a Roma il presidente Usa Barack Obama, che viene qui soprattutto per Papa Francesco, ma che vedrà pure il premier e il presidente Napolitano. Proprio per preparare questi appuntamenti Renzi e numerosi ministri sono stati a consulto, oggi, al Quirinale

A quel punto Matteo, che ha esordito sulla scena internazionale il 6 marzo, alla riunione straordinaria del Consiglio europeo sulla crisi ucraina, non sarà più un ‘debuttante’ e si sarà presentato a (quasi) tutti quelli che contano. E dunque verrà meno nei suoi confronti l’atteggiamento d’attesa e curiosità che ora gli vale una certa benevolenza: i suoi partner cominceranno a vagliare i risultati.

Come, appunto, ha già iniziato a fare FT, cui non tornano i conti degli annunci di Renzi: l'idea che l'Italia voglia aumentare l'obiettivo di disavanzo previsto dall'Ue - il 2,6% del reddito nazionale - "farà correre i brividi lungo le schiene dei responsabili politici di Bruxelles e Berlino". L'Italia – osserva il giornale - dovrebbe cercare di ridurre i suoi 2mila miliardi di euro di debito, non aumentarli come sta avvenendo.

I dati economici delle ultime ore lo confermano. BankItalia indica che il debito pubblico a gennaio è salito a 2.089,5 miliardi, con entrate fiscali stabili e maggiori spese degli enti locali. L'agenzia di rating Fitch, che però non tiene conto degli annunci del governo, vede una crescita del Pil modesta quest'anno e il prossimo, rispettivamente 0,6 e 1%, i consumi sostanzialmente fermi e un piccolo della disoccupazione ancora da raggiungere prima di innescare il calo.

Il quotidiano finanziario agirebbe di più sul fronte delle imprese e della riforma del lavoro. Però, e si sa, la ricetta del FT è liberista, mentre Matteo vuole “una nuova Europa”, “un’Europa diversa”. Quale, lo spiegherà magari a Hollande e alla Merkel nelle prossime 72 ore.

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