Scritto per il blog de Il Fatto Quotidiano il 12/03/2014
Lo scriviamo prima che il governo cali il poker,
o dichiari il bluff, al Consiglio dei Ministri di oggi: da giorni, Matteo Renzi
tiene in sospeso i media internazionali, che lo ‘annusano’ senza averlo ancora
giudicato. Non ce n’è uno che si sbilanci: la stampa estera, che non s’è
emozionata di fronte alla legge elettorale, resta in surplace, aspettando di capire se il
nuovo premier sia il messia –l’ennesimo della nostra storia politica - o un
imbonitore –e pure qui la lista è lunga-. Non c’è (quasi) nessuno che scommette
su di lui, ma non c’è neppure (quasi) nessuno che gli scommette contro.
Anche la stampa anglosassone, che di solito taglia
i giudizi con l’accetta, cammina sul filo. E il FT azzarda metafore
cinematografiche, tra la ‘Dolce Vita’ –francamente datato- e la ‘Grande
Bellezza’ –francamente, abusato-: “Molti italiani sono pronti a mettere tra
parentesi, come se fossero al cinema, il senso di incredulità, nella speranza
che il dinamismo e l’ambizione” del nuovo premier “portino a risultati”.
La disillusione per la vecchia guardia aumenta
l’attesa per il giovane leone: “Ma la luna di miele, avverte Guy Dinmore, si
annuncia breve”. Come proprio Renzi ha mostrato “nella brutale cacciata del suo predecessore”,
“in politica i trofei possono essere facilmente strappati via”.
E se il Times si affida alla penna di Beppe Severgnini, per una volta più
intinta nel dubbio che nell’ironia, l’Indipendent scrive: “La forza del nuovo
premier italiano sta nell’essere un outsider … Come Berlusconi si aspetta di
affascinare e, così, di averla vinta”. Il WSJ constata che Renzi “promette di
ridurre il gonfio sistema politico italiano”, ma non si pronuncia sui
risultati.
Le Monde vede il premier e l’Italia “sul filo dell’acrobata”, però inclina
all’ottimismo: “Non è solo Renzi, ma tutto il Paese, che ha l’occasione di una
svolta decisiva”. Ed El Pais si fa un po’ gioco della promessa di “una riforma
al mese”, ma aggiunge: “L’impulso riformista è benvenuto, anche se sarà un
lavoro a lungo termine”.
Insomma, a Matteo, nessuno gli crede fino in fondo, ma nessuno lo scarica. Aspettando di vedere, forse già oggi, se ha in mano un poker d’assi o una coppia di donne. Che poi l’Italia, in fondo, s’accontenterebbe anche di quello, purché basti a vincere la mano.
Insomma, a Matteo, nessuno gli crede fino in fondo, ma nessuno lo scarica. Aspettando di vedere, forse già oggi, se ha in mano un poker d’assi o una coppia di donne. Che poi l’Italia, in fondo, s’accontenterebbe anche di quello, purché basti a vincere la mano.
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