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giovedì 14 agosto 2014

Iraq: Usa, soldati in campo per evacuare cristiani e Yazidi

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 14/08/2014

Gli Usa studiano un piano per evacuare dall’Iraq gli Yazidi, una minoranza perseguitata dal Califfato integralista, e, per la prima volta, non escludono il ricorso a truppe di terra per portarli in salvo. E l’Ue convoca, a Ferragosto, un Consiglio dei Ministri degli Esteri straordinario, sul groviglio di crisi dell’estate cruenta della politica internazionale, Iraq e Ucraina, Gaza e Libia.

Di fronte alle barbarie contro i cristiani nel Califfato, la Santa Sede resta attivissima: così, Papa Francesco scrive al segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon; e il Vaticano accusa l’Europa di rimanere “marginale” in questo dramma.

Sul terreno, le milizie avanzano: raid aerei Usa e combattenti curdi peshmerga le frenano in Iraq, ma in Siria gli jihadisti conquistano posizioni intorno ad Aleppo, in combattimenti con una quarantina di caduti.

A Baghdad, la politica è impaniata in disquisizioni giuridiche. Al-Maliki, il premier uscente, dichiara che il suo governo resterà in carica, in attesa d’una decisione della Corte federale sulla legittimità della decisione del presidente Masum d’affidare a un altro leader sciita, al-Abadi, il compito di formare un esecutivo di unità nazionale. Nel suo discorso settimanale, al-Maliki dice che intende “così difendere lo Stato e tutelare i diritti degli elettori".

Per al-Abadi, la strada non è tutta in discesa. Lo prova il fatto che un attentatore suicida si sia fatto esplodere a un posto di blocco della polizia vicino alla sua abitazione: per la tv ‘al Arabiya’, il kamikaze è stato l’unica vittima. Un’altra esplosione anti-sciita ha invece fatto una decina di vittime nella capitale.

La Casa Bianca intima ad al-Maliki, di farsi da parte: "Deve rispettare il processo politico", ammonisce un portavoce. Che aggiunge: "E' quanto gli stessi iracheni hanno deciso".

Gli Stati Uniti vagliano diverse alternative per mettere al sicuro le popolazioni minacciate dalle forze integraliste, tra cui "corridoi sicuri" e ponti aerei. Il presidente Obama esclude l’impiego di forze di terra per combattere gli jihadisti, ma non per operazioni umanitarie, e autorizza l’invio di 130 consiglieri, osservatori e istruttori –fu così che il conflitto in Vietnam iniziò -.

Con base a Erbil, capitale del Kurdistan, i militari Usa gestiranno l’assistenza umanitaria a decine di migliaia di sfollati. I 130 consiglieri vanno a sommarsi ai 300 che Obama inviò a Baghdad a giugno, per sostenere il governo iracheno nella lotta allo Stato Islamico.

Per fronteggiare l’emergenza umanitaria e valutare l’evoluzione sul terreno e a Baghdad, l'Alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza europea, Catherine Ashton, ha, dopo molte sollecitazioni, indetto un ‘consulto di Ferragosto’ fra i ministri dei 28. L’italiana Federica Mogherini apprezza l’iniziativa: "E' bene che l'Ue, come chiesto dall'Italia e poi dalla Francia, affronti le drammatiche crisi” in atto in questi giorni. Dal consulto, si attende una dichiarazione di principio condivisa su tutti e tre gli scenari di crisi -Iraq, Gaza, Ucraina- e un'azione comune forte e coordinata.

Fra i 28, la Francia intende armare i curdi, come fa l’America; la Gran Bretagna progetta un’azione militare, oltre che umanitaria; l’Italia valuta la richiesta curda di mezzi e armi. Invece, la Germania è più cauta.

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