Le libertà
dell’inesperienza: se le prende il ministro degli Esteri Federica Mogherini. Non
dire mai di no a nessuno e rassicurare ognuno; così scontenti tutti, israeliani
e palestinesi, fazioni libiche, russi e ucraini; e lasci perplessi europei e americani.
E quando poi
decide di stare sulle sue, come con l’Egitto del generale al-Sisi, ci pensa il
premier a delegittimarla: va al Cairo, fa l’amicone col nuovo satrapo che ha
liquidato la Primavera araba, manco gli chiede conto dei partiti d’opposizione messi
al bando, dei giornalisti imprigionati, dei diritti dell’uomo violati. E dice
che, con l’Italia presidente di turno del Consiglio dell’Ue, tutto andrà a
posto.
Per la
Mogherini, l’apprendistato alla Farnesina, e il corso accelerato da Alto Rappresentante
per la politica estera e di sicurezza europea, sono stati oggettivamente
difficili: da quando è ministro, le crisi si sono sommate. Nessuno pretendeva
che le risolvesse lei, un’esordiente, o l’Italia fanfarona di Matteo Renzi, come
non riusciva a fare l’Europa labile di Catherine Ashton. La crisi ucraina era
già in atto, il nuovo Califfato tra Siria e Iraq ha innescato lampi di guerra a
Gaza e in Libia.
Tutte partite
più grandi della sola Italia e del suo ministro, che con Fabius sollecita oggi
un’iniziativa europea.
Ma anche nei
confronti diretti la Mogherini non ha finora ottenuto risultati. Pensiamo
all’India e ai due marò: dopo gli impegni e le promesse, il governo Renzi non
ha fatto passi avanti. La vittoria dei nazionalisti nelle elezioni indiane è un
ostacolo in più, ma non può essere un alibi.
Viene in mente quando Mussolini rimosse Grandi da ministro degli Esteri (troppo amico di Francia e - specie - Inghilterra) e assunse lui la carica?
RispondiEliminaBeh, Mussolini sta a Renzi come Grandi sta a Mogherini mi pare un po' forzato, ma farselo venire in mente può sempre servire...
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