Pubblicato su AffarInternazionali lo 05/08/2014, con lo pseudonimo Adriano Metz
Una gita ad
Atene per abituarsi ai problemi che l’attendono: Jean-Claude Juncker,
presidente eletto della Commissione europea, inaugura oggi un giro delle
capitali con in tasca la lista quasi completa dei membri designati del suo
Esecutivo. La cui composizione resta, però, un rebus: vari Paesi danno opzioni multiple, l’attribuzione dei
portafogli è un puzzle, le donne sono poche, il fattore Mogherini pesa -nella
corsa al posto di Alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza, almeno
quattro sono i candidati più o meno espliciti-.
L’attribuzione
dei portafogli avverrà nelle prossime settimane. Juncker ha in mente un commissario
per l’immigrazione e vorrebbe scorporare gli attuali ‘mega-portafogli’
dell’Economia – in crescita e disciplina di bilancio - e del Mercato interno –
in mercato interno e servizi finanziari -.
La lista sarà modificabile fino a settembre, perché Juncker la finalizzerà e la
renderà pubblica solo dopo il Vertice delle Nomine bis del 30 agosto, che,
fallita la riunione del 16 luglio, dovrà designare l’Alto Rappresentante e il
presidente del Consiglio europeo.
Gli Stati hanno
quindi modo e tempo, volendolo, di cambiare candidato. Anche per questo, alcuni
non hanno annunciato la propria scelta e alcuni hanno proposto più d’un
candidato per dare più opzioni a Juncker, che - ha detto la sua portavoce
Natasha Bertaud – “sta lavorando per mettere insieme una squadra di alto
profilo”.
L’ipotesi del
cambio di cavallo riguarda pure l’Italia: il ministro degli Esteri Federica
Mogherini è stato candidato come Alto Rappresentante. Se non dovesse ottenere
il posto, potrebbe non restare lei l’elemento italiano della Commissione
Juncker. Col rischio che, a quel punto, ci tocchi, come portafoglio, il
Personale.
La designazione dell’Italia è stata una delle ultime a giungere, poco
prima della scadenza, fissata dallo stesso Juncker, della mezzanotte del 31
luglio. Nella lettera al
presidente eletto, Matteo Renzi scrive: "Caro Presidente, … il governo
italiano ha deciso di designare Federica Mogherini … come candidato al ruolo di
Alto rappresentante e vicepresidente della Commissione". Formula anomala,
perché la designazione dell’Alto Rappresentante tocca ai capi di Stato e/o di
governo dei 28, mentre la ripartizione dei portafogli della Commissione spetta a
Juncker.
Che, sul profilo
della Mogherini, ha le sue riserve. In un’intervista al quotidiano lussemburghese
‘Le Quotidien’, dice che "l'Italia è sempre stata molto vicina
alla Russia:
non possiamo dimenticare che uno dei grandi alleati di Putin in Occidente è
stato Berlusconi". Il presidente eletto prosegue: "Rimproverare una
tendenza diplomatica che viene dalla storia non mi pare un argomento
valido" contro la
Mogherini : "ma allo stesso tempo bisogna sapere prendere
le misure del trauma che, dopo gli eventi in Ucraina, esiste nei paesi dell'Est e del
Centro Europa". Juncker non esprime preferenze per l’uno o
l’altro candidato, ma aspica che ai paesi dell'Est e del Centro Europa vada uno
dei posti da decidere al Vertice del 30 agosto, o l’Alto Rappresentante
o il presidente del Consiglio europeo.
Fra le ipotesi
citate, c’è quella di Donald Tusk, premier polacco, al posto di Herman Van
Rompuy, il che aprirebbe la strada alla Mogherini al posto di Lady Ashton.
Mentre pare arenato il tentativo dei popolari tedeschi di lanciare la
socialista francese Elisabeth Guigou in funzione anti-Mogherini (già ci avevano
provato a metà luglio, sostenendo Enrico Letta per il ‘dopo Van Rompuy’).
Per il sottosegretario agli Affari europei Sandro Gozi, l’Italia non ha “alcun
piano B": la Mogherini
"ha tutte le qualità per essere un ottimo alto rappresentante. Sinceramente,
non capisco le critiche attorno al suo nome per una presunta mancanza di esperienza: si occupa da
20 anni di politica internazionale, ha iniziato giovanissima ad occuparsene per
il nostro partito". E ancora: "Quando si parla di nuova partenza per l'Europa, è
difficile farla solo con politici uomini di alta esperienza".
Un riferimento al contatto fra Juncker e il presidente Feps Massimo
D’Alema, svoltosi il 21 luglio e durato una ventina di minuti: “Un colloquio
cordiale tra due personalità che si conoscono da tempo per esaminare la
situazione e le prospettive delle istituzioni europee”, era la versione Feps.
Dell'incontro, era stato informato il presidente del Consiglio, che non per
questo ne sarà stato più felice. Al punto da verificare, secondo Il Fatto
Quotidiano, con Gianni Pittella, capogruppo S&D, l’appoggio a D’Alema fra i
socialisti europei: “Zero”, sarebbe stata la risposta.
Alla mezzanotte
del 31 luglio, all’appello delle designazioni mancavano solo il Belgio che non
ha governo al momento (s’attende una decisione per metà agosto) e la Bulgaria , dove la
situazione è analoga (lì, però, la commissaria uscente Kristalina Georgieva
viene data in pole position). Un caso a parte quello della Slovenia, dove la
premier uscente Alenka Bratusek, dopo avere perso le elezioni, ha designato se
stessa e altri due suoi alleati, senza un’intesa con chi potrebbe sostituirla
alla guida del governo.
C’è, infine, il
nodo di genere: oltre alla Mogherini, sono state candidate esplicitamente altre
due donne, Cecilia Malmstroem dalla Svezia e Vera Jourova dalla Repubblica
ceca; e donne potrebbero pure arrivare dalla Bulgaria, la Danimarca , la Slovenia ; e altre sono
state proposte da alcuni governi come alternative alla prima scelta.
Nella Commissione
Barroso c'erano 9 donne. Il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz
dice che se questo numero non sarà eguagliato o superato dall'Esecutivo Juncker,
l’Assemblea di Strasburgo non darà il suo ok. Causa penuria di donne, la
squadra di Juncker potrebbe dunque avere un parto travagliato.
Segue una scheda con la tabella non ufficiale dei candidati per Paese, con l’appartenenza politica e i
desideri di portafoglio ipotizzati e le
principali tappe del percorso per completare il rinnovo delle istituzioni
europee, già pubblicate su EurActiv.it.
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