Scritto per EurActiv.it, su dispacci d'agenzia
Assist –forse involontario- di Lavrov alla
Mogherini: appesantita dall’accusa d’essere ‘filo-russa’, nella corsa ad Alto
rappresentante della politica estera e di sicurezza europea, il ministro degli
esteri italiano è soccorso dal collega russo. “Amica mia? La conosco appena.
Sono più amico di Kerry”, cioè del segretario di Stato americano.
Secondo quanto riferiscono le agenzie di
stampa, Serguiei Lavrov ha ironizzato sulle polemiche che stanno minando la
candidatura della Mogherini. "Con Federica
Mogherini –ha detto-, ci siamo visti una sola volta, quando di recente è venuta
a Mosca per discutere della crisi ucraina. Non direi che tra di noi ci siano
rapporti stretti. Per le volte ci sentiamo, lo sono ben di più quelli” con il
segretario di Stato Usa John Kerry".
Parlando delle nomine ai vertici
delle istituzioni dell’Unione, Lavrov s’è detto convinto che l'Ue "troverà
un compromesso": "Siamo interessati a un'Unione europea forte e
indipendente - ha detto, rispondendo a una domanda sulle aspettative di Mosca
per il Vertice di sabato a Bruxelles -: l'Ue è un partner strategico per noi,
abbiamo molto in comune nei settori economico, commerciale e degli
investimenti, ma anche nella pace, in Europa e fuori".
Sul fronte delle
nomine, a cinque giorni dall’appuntamento decisivo il Governo è ottimista sulla
designazione della Mogherini ad Alto Rappresentante. "Abbiamo la sua candidatura formale e sembra che ci
siano buone possibilità", dice il sottosegretario alla Presidenza
del Consiglio per le Politiche europee Sandro Gozi. E Der Spiegl oggi dà la Mogherini favorita.
A cavallo di Ferragosto sarebbe, infatti, arrivata, secondo ‘la Repubblica ’, una
telefonata nella quale i funzionari europei che lavorano al puzzle delle nomine
avrebbero segnalato un’inversione di rotta della Germania, che sarebbe ora pronta
a sostenere la
Mogherini. Resta da trovare una poltrona di rilievo per
l’Europa dell’Est, magari quella di presidente del Consiglio europeo per il
polacco Donald Tusk.
La questione
delle nomine è solo uno dei temi della ‘ripartenza’ europea dopo la pausa
estiva, segnata, tra l’altro, dall’attenzione e dalle preoccupazioni per le
crisi internazionali, con la riunione a Ferragosto dei ministri degli esteri
dei 28 sull’intreccio di tensioni in atto, il Califfato tra Iraq e Siria, la guerra
in Medio Oriente, la Libia
fuori controllo e il perdurare del conflitto in Ucraina.
Dopo il nulla di fatto di metà
luglio, i leader europei si ritroveranno sabato 30 agosto a Bruxelles per cercare
di mettere insieme i tasselli del puzzle delle nomine. Ma a tenere occupati
istituzioni dell’Ue e governi dei 28 nei prossimi mesi, sotto la presidenza di
turno italiana del Consiglio dell’Ue, saranno vari dossier: le misure per
rilanciare la crescita e la flessibilità sui criteri di rigore per i conti
pubblici, il cantiere dell'Unione bancaria, le mosse della Bce anti-deflazione,
l'ipotesi d’un terzo pacchetto di aiuti alla Grecia. E l'esito dei referendum
indipendentisti in Scozia e Catalogna avrà ripercussioni politiche a dimensione
europea.
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