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lunedì 25 agosto 2014

Nomine: -5 a Vertice, l’assist di Lavrov alla Mogherini

Scritto per EurActiv.it, su dispacci d'agenzia

Assist –forse involontario- di Lavrov alla Mogherini: appesantita dall’accusa d’essere ‘filo-russa’, nella corsa ad Alto rappresentante della politica estera e di sicurezza europea, il ministro degli esteri italiano è soccorso dal collega russo. “Amica mia? La conosco appena. Sono più amico di Kerry”, cioè del segretario di Stato americano.

Secondo quanto riferiscono le agenzie di stampa, Serguiei Lavrov ha ironizzato sulle polemiche che stanno minando la candidatura della Mogherini. "Con Federica Mogherini –ha detto-, ci siamo visti una sola volta, quando di recente è venuta a Mosca per discutere della crisi ucraina. Non direi che tra di noi ci siano rapporti stretti. Per le volte ci sentiamo, lo sono ben di più quelli” con il segretario di Stato Usa John Kerry".

Parlando delle nomine ai vertici delle istituzioni dell’Unione, Lavrov s’è detto convinto che l'Ue "troverà un compromesso": "Siamo interessati a un'Unione europea forte e indipendente - ha detto, rispondendo a una domanda sulle aspettative di Mosca per il Vertice di sabato a Bruxelles -: l'Ue è un partner strategico per noi, abbiamo molto in comune nei settori economico, commerciale e degli investimenti, ma anche nella pace, in Europa e fuori".

Sul fronte delle nomine, a cinque giorni dall’appuntamento decisivo il Governo è ottimista sulla designazione della Mogherini ad Alto Rappresentante.  "Abbiamo la sua candidatura formale e sembra che ci siano buone possibilità", dice il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per le Politiche europee Sandro Gozi. E Der Spiegl oggi dà la Mogherini favorita.

A cavallo di Ferragosto sarebbe, infatti, arrivata, secondo ‘la Repubblica’, una telefonata nella quale i funzionari europei che lavorano al puzzle delle nomine avrebbero segnalato un’inversione di rotta della Germania, che sarebbe ora pronta a sostenere la Mogherini. Resta da trovare una poltrona di rilievo per l’Europa dell’Est, magari quella di presidente del Consiglio europeo per il polacco Donald Tusk.

La questione delle nomine è solo uno dei temi della ‘ripartenza’ europea dopo la pausa estiva, segnata, tra l’altro, dall’attenzione e dalle preoccupazioni per le crisi internazionali, con la riunione a Ferragosto dei ministri degli esteri dei 28 sull’intreccio di tensioni in atto, il Califfato tra Iraq e Siria, la guerra in Medio Oriente, la Libia fuori controllo e il perdurare del conflitto in Ucraina.

Dopo il nulla di fatto di metà luglio, i leader europei si ritroveranno sabato 30 agosto a Bruxelles per cercare di mettere insieme i tasselli del puzzle delle nomine. Ma a tenere occupati istituzioni dell’Ue e governi dei 28 nei prossimi mesi, sotto la presidenza di turno italiana del Consiglio dell’Ue, saranno vari dossier: le misure per rilanciare la crescita e la flessibilità sui criteri di rigore per i conti pubblici, il cantiere dell'Unione bancaria, le mosse della Bce anti-deflazione, l'ipotesi d’un terzo pacchetto di aiuti alla Grecia. E l'esito dei referendum indipendentisti in Scozia e Catalogna avrà ripercussioni politiche a dimensione europea.

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