Scritto per EurActiv.it il 24/08/2014
L’Italia fa asse con il
presidente della Bce Mario Draghi, sulla linea economica della sua
presidenza di turno del Consiglio dell’Ue. Le parole pronunciate venerdì
dal presidente Draghi a Jackson Hole sono "in forte sintonia con le
linee guida della presidenza italiana", dice il ministro dell'Economia
Pier Carlo Padoan. Draghi, aveva interpretato poche ore prima il premier
Matteo Renzi, "ha detto che chi fa le riforme e cambia ciò che deve
cambiare, come fa l'Italia che ne ha bisogno, ha il dovere più che il
diritto di mettere in campo tutti gli strumenti di flessibilità che ci
sono".
Il premier, che rilascia una
raffica d’interviste, e il ministro, che pubblica una dichiarazione, fanno
d’una “polemica estiva” –parole di Renzi- una prova d’alleanza: "Le cose
che dice Draghi –ancora Renzi- sono cose di buonsenso, che io condivido. E non
sono diverse da quelle che aveva già detto prima d’andare in ferie".
"Il messaggio di Draghi è
molto chiaro – afferma Padoan -. Per creare occupazione in Europa, occorre
agire dal lato della domanda: con la politica monetaria, che sta facendo e
farà molto; con la politica di bilancio, nell'ambito degli spazi già oggi
disponibili; e con una forte politica di rilancio degli investimenti".
"Ma è anche
indispensabile - aggiunge Padoan - una forte azione dal lato dell'offerta,
con una efficace e credibile strategia di riforme strutturali compreso il mercato
del lavoro. E questo è compito dei governi. E’ un disegno di politica
economica fortemente in sintonia con le linee guida della presidenza
italiana” del Consiglio dell'Ue.
Draghi a parte, la linea
italiana raccoglie consensi in Francia, dove il Ministero dell’Economia la
porta ad esempio all’Unione, e in Spagna, dove l’opposizione socialista
elabora un decalogo europeo ispirato, per l’occupazione e la competitività,
alle ‘misure Renzi’.
Nelle interviste, Renzi ha,
fra l’altro, detto che "l'Europa deve fare l'Europa. Se deve stare lì
a fare l'elenco delle raccomandazioni non ci serve … A noi le raccomandazioni
della Commissione servono se c'è un ideale politico, se c'è un afflato alto,
se c'è la voglia di cambiare il mondo … Se devo star dentro
un'organizzazione di burocrati, ne ho talmente tanti a casa che non ho bisogno
dell'Europa”.
Sul tema della flessibilità,
il premier ha ribadito: “Non si tratta di inventarsi cambi di regole: noi
rispettiamo la regola del 3%. Però, nel rispettarla, diciamo anche 'oh,
ragazzi: l'Europa non può essere solo tagli, vincoli e spread. E deve pure essere
attenzione agli ultimi".
|
Nessun commento:
Posta un commento