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domenica 5 aprile 2015

Crisi: tra Grecia e Italia, l'Ue si prende una settimana di vacanza in più

Scritto per EurActiv.it lo 05/04/2015

Dopo Pasqua, l’Europa si prende una settimana di vacanza in più.Tanto del problema greco non s’intravvede la soluzione e drammatizzare non serve, anche se prima o poi al dunque con Atene bisognerà arrivarci. E L’Italia attende il Documento di economia e finanza, su cui, come sempre, s’accavallano anticipazioni contrastanti. Il ministro Padoan assicura che il Def sarà “espansivo”, ma –aggiunge- “in modo selettivo a sostegno dell’occupazione e degli investimenti”.

La vacanza dell’Unione stride di meno, se pure la cancelliera Merkel si concede una pausa a Ischia, senza farsi scuotere dal terremoto d’inchieste che ha l’epicentro sull'isola, con visita a sorpresa alle ville di Castellamare di Stabia e, a seguire, spaghettata alle vongole.

Grecia, segnali contraddittori, proposte vaghe

Da Atene giungono, come al solito, segnali contraddittori. Il Governo Tsipras assicura che i soldi per rispettare le scadenze della settimana, con il rimborso all’Fmi dovuto entro giovedì 9 aprile, ci sono. Ma, intanto, martedì il premier greco andrà a Mosca –a farseli dare?-, mentre circolano voci di un piano per nazionalizzare le banche.

Non che la Grecia sia rimasta inattiva, nei giorni scorsi: ha trasmesso le sue proposte di riforme e aggiustamenti al Gruppo di Lavoro che s’è riunito il 1° aprile e non le ha giudicate  sufficienti a convocare un Eurogruppo. Fonti di stampa ne hanno espresso giudizi negativi (“proposte vaghe”, secondo il Financial Times).

Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk aveva comunque escluso, anche per non creare fibrillazioni, che ci potesse essere una svolta prima di Pasqua.

Italia, persiste l’alternanza tra previsioni e consuntivi

In Italia, le valutazioni economiche continuano a viaggiare su un doppio binario: le previsioni sono incoraggianti, i dati a consuntivo preoccupanti. L’Istat vede segnali di miglioramento del Pil, anche se giudica “eterogeneo” l’andamento del mercato del lavoro. E constata un balzo nell'indice di fiducia delle imprese, che non è mai stato così alto dal marzo del 2008, sette anni or sono.

Ma sempre l’Istat constata che la disoccupazione è tornata a salire a febbraio - 44 mila in meno – ed è tornata al 12,7% (con quella giovanile al 42,6%). Mentre gli Usa provano disagio per un aumento dei posti di lavoro inferiore al previsto con una disoccupazione al 5,5%.

La ConfCommercio indica che i consumi a febbraio sono di nuovo scesi dello 0,1%, ma assicura che la tendenza su base annua è positiva, +0,4%. Il mercato delle case continua a essere debole – prezzi in calo del 4,2% nel 2014 -, quello dell’auto conosce quasi un boom.

Sui fronti del deficit e del debito, il rapporto deficit/pil nel 2014 s’è attestato al 3%, con un aumento dello 0,1% rispetto al 2013, con crescita della pressione fiscale al 50,3%, reddito delle famiglie quasi fermo (+0,2%), potere d’acquisto fermo. Ma, nel primo trimestre 2015, il combinato disposto di minori interessi debitori e maggiori introiti fiscali ha un effetto positivo sul fabbisogno statale.

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