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giovedì 23 aprile 2015

Immigrazione: Ue, raddoppiare Triton e pensarci bene prima di decidere altro

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 23/04/2015

Una marcia funebre accoglierà i leader dei 28, oggi, a Bruxelles, per il Vertice europeo convocato nella scia di sdegno ed emozione creata dalla tragedia nel Mediterraneo di domenica: il funerale, simbolico, delle vittime del tentativo di raggiungere l'Unione attraverserà il quartiere europeo fino davanti al palazzo del Vertice. Amnesty international, che organizza il corteo con varie Ong e sigle della società civile, vuole così denunciare "la risposta vergognosa dell'Ue al bilancio di morte vertiginoso del Mediterraneo": Amnesty sollecita "l'urgente necessità di una operazione di ricerca e soccorso robusta e multinazionale", cioè una Mare Nostrum europea.

L'estensione di Triton, l’operazione attuale, mero pattugliamento dei limiti delle acque territoriali italiane, cioè dell’Unione, è uno dei 10 punti del piano proposto dalla Commissione europea ai leader dei 28. Che difficilmente andranno oltre un accordo su "misure molto pratiche" per "impedire che altre persone muoiano in mare", come si legge nella lettera di invito del presidente Donald Tusk a tutti i capi di Stato e/o di governo.

Anche per il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, la priorità è "salvare vite umane”: "bisogna rafforzare i mezzi che abbiamo a disposizione". "Al di là dell'immediato – aggiunge -, dovremo poi riflettere sull'efficacia degli strumenti e rafforzare la collaborazione coi Paesi d’origine e transito": non siamo più alle decisioni, ma alle riflessioni.

La costernazione di Angela Merkel, che trova “inconciliabili con i valori dell’Ue” le scene di morte nel Mediterraneo, e il pentimento di David Cameron, che ammette l’errore di varare in autunno un’operazione così limitata come Triton, non produrranno, quindi, iniziative radicali.

"Tutti sappiamo che quello delle migrazioni è un tema complesso –scrive Tusk-, che può essere affrontato solo se si punta alle cause a partire dalla radice”. E questo “richiederà tempo". Nell'immediato, per sventare altre tragedie, ecco il rafforzamento di Triton: ci sarà il raddoppio degli stanziamenti e magari la trasformazione in missione di soccorso in mare e salvataggio, allargando il raggio d’azione.

Certo, queste sono misure tampone. Per eradicare il fenomeno bisogna pure “combattere i trafficanti e scoraggiare le loro vittime dal mettere a rischio la propria vita” e, contemporaneamente, rafforzare “la solidarietà fra gli Stati”, cioè la condivisione dell’onere dell’accoglienza.

Le misure immediate che saranno adottate oggi saranno, per Tusk, “un primo passo nello sviluppo di un approccio Ue alla questione delle migrazioni più sistemico e geograficamente completo".

Difficile trovare nella lettera del presidente del Vertice e nelle parole dei leader dei 28 un riflesso del decisionismo sciorinato dal premier Renzi. Anche se Tusk fa sapere di condividere la linea dell’Italia sulle azioni contro il traffico di migranti: "Il punto di vista su come colpire gli schiavisti è molto simile –dice una fonte vicina all’ex premier polacco-. E bisogna trovare il consenso di tutti".

Quanto alla situazione in Libia, Juncker parla di “un processo di riconciliazione”, per il quale c’è “bisogno di un interlocutore affidabile e stabile dall'altra parte del Mediterraneo".

Le azioni che saranno condotte –come e da chi resta, al momento, indeterminato- per sequestrare e distruggere le imbarcazioni utilizzate dalle organizzazioni criminali che gestiscono il traffico “saranno –dice un alto funzionario dell’Unione europea- limitate a obiettivi mirati e individuati attraverso le operazioni di intelligence” e "non saranno operazioni di guerra". Quanto alla necessità di un mandato dell’Onu, questa –è la tesi- dipenderà dall' ampiezza delle operazioni necessarie. E l’attenzione manifestata dal segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon e dal presidente Usa Barack Obama lascia comunque sperare in un via libera della comunità internazionale.

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