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venerdì 24 aprile 2015

Immigrazione: Vertice; soldi e mezzi dall'Ue sì, ma prenderseli non ancora

Scritto per Metro e, in altra versione a quattro mani, per Il Fatto Quotidiano del 24/04/2015 

A metterci più mezzi e più soldi –non tanti in assoluto, ma comunque il doppio di prima-, i leader dei 28 sono pronti. Un po’ meno a spartirsi i disperati che approdano vivi sulle coste italiane ed a cambiare le regole del diritto d’asilo, che oggi va chiesto nel Paese d’arrivo nell’Ue e non in quello di destinazione - anche perché molti, e fra questi i Grandi, Gran Bretagna, Francia, Germania, ma pure la Svezia, hanno un’incidenza di migranti nella loro popolazione maggiore dell’Italia -.
Quanto all’imboccare la via del decisionismo contro gli scafisti schiavisti, lì l’Ue vuole pensarci sopra due volte. E, intanto, affida alla Mogherini l’incarico di definire mandato e dettagli operativi di un’azione comunitaria tesa a contrastare la tratta di esseri umani, con l’obiettivo “d’individuare e distruggere le imbarcazioni” destinate a essere utilizzate dai trafficanti. Ma, prima di passare all’azione, bisognerà coinvolgere l’Onu, perché si tratta d’intervenire nelle acque e lungo le coste libiche, di un Paese terzo senza un Governo credibile e dove c’è una guerra di bande.
Affrontare la questione migratoria è "una priorità europea, non solo un problema degli stati membri del sud" dell’Unione, riconosce in apertura il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, chiedendo un minuto di silenzio, mentre fuori Amnesty celebra un funerale simbolico di tutti i morti nel Mediterraneo e a Malta ci sono le esequie dei 24 cadaveri recuperati
Sul tavolo del Vertice ci sono le 10 misure urgenti individuate dalla Commissione di Bruxelles subito dopo il naufragio di domenica. Ma se il premier Renzi, che ha un incontro preliminare con Hollande, Cameron e la Merkel, è "ottimista" sul "cambio di approccio" dell’Unione, chi s’interessa al dramma dei migranti è meno positivo: dalle carte dell’Ue, "non traspare il coraggio di cambiare rotta", perché "ci troviamo ancora una volta la preoccupazione per la sicurezza e la protezione dell'Europa e non per i migranti", dice padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli. "L'Europa deve difendere i rifugiati, non difendersi da loro". 

Cameron conferma l'offerta di una nave da sbarco, due motovedette e due elicotteri, ma insiste perché "le persone salvate siano portate nei Paesi sicuri più vicini come l'Italia e non chiedano asilo nel Regno Unito". Le risorse della missione dell’Ue Triton passeranno da 3 a 6 milioni al mese, ma non cambierà il mandato di sorvegliare le frontiere (e non di ricerca e salvataggio, come era invece per la missione italiana Mare Nostrum). La Commissione propone un progetto pilota per reinsediare nei vari Stati, su base volontaria, circa 5000 fra i rifugiati in arrivo e il ricollocamento di una parte dei migranti sbarcati in Italia, Grecia e Malta negli altri Paesi Ue.

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