Scritto per Il Fatto Quotidiano dello 07/04/2015
Nella
Pasqua del Kenya, tra dolore, terrore e guerra, anche il sospetto d’una
criminale inefficienza delle forze dell’ordine: la polizia avrebbe tardato
sette ore, prima di inviare le forze speciali all’Università di Garissa
attaccata dagli estremisti islamici somali di al Shabaab. Le autorità
smentiscono la ricostruzione del Daily Nation, un
quotidiano locale. Ma resta la sensazione che quella tragedia potesse essere se
non evitata almeno limitata.
L’impressione nel Mondo è enorme. A Pasqua, e poi nel
Lunedì dell’Angelo, Papa Francesco chiede aiuto
per quanti sono "perseguitati, esiliati, uccisi, decapitati, per il solo fatto
di essere cristiani. Sono loro i nostri martiri di oggi e sono tanti, sono più
numerosi che in altre epoche".
Il filo rosso del terrorismo
integralista, dal Kenya alla Nigeria, dal Nord Africa alla Siria, dove
miliziani jihadisti sequestrano 300 lavoratori curdi, lega il succedersi dei
giorni. E ci sono similitudini operative nelle azioni delle diverse sigle.
L’internazionale del terrore integralista è ormai nei fatti, prima che nelle
strutture: se il capo di al Qaeda al-Zawahiri dà alle cellule della rete
libertà di associarsi al sedicente Califfato, certifica un dato di fatto, non
lo provoca.
Il dubbio – Per il Daily
Nation, un intervento tempestivo delle ‘teste di cuoio’ avrebbe salvato molte
vite, giovedì 2 aprile, all’Università di Garissa: una volta sul posto, le
unità speciali ci misero solo 30 minuti appena per sgominare i fondamentalisti e
uccidere le 5 persone del commando.
Il bilancio dell’incursione è ancora
drammaticamente labile: 148 le vittime accertate, gran parte studenti. Ma molti
giovani mancano all’appello: si ignora se siano stati uccisi, o rapiti, come fa
Boko Haram in Nigeria; o se siano fuggiti e si siano nascosti in qualche
villaggio vicino.
Centinaia di persone si presentano
all’obitorio di Nairobi, per avere notizie o riconoscere un corpo. L'identificazione
dei cadaveri e' difficile: i terroristi hanno compiuto brutali esecuzioni, con
colpi alla nuca, deformando le vittime.
La polizia ha arrestato alcuni sospetti
e ha identificato uno degli assalitori: un laureato in legge, figlio di un funzionario
del governo, che ne aveva da tempo denunciato la scomparsa, nel timore che si
fosse arruolato con al Shabaab.
La
guerra - Mentre i tre giorni di lutto proclamati dal governo
si consumano e fedeli di riti diversi pregano insieme in chiese e templi, l'aviazione militare del Kenya ha ieri bombardato due campi
di Al Shabaab in Somalia. Ma gli integralisti islamici alzano il livello della
minaccia: “Le vostre città diventeranno rosse di sangue, sarà una guerra lunga
e orribile”, dicono.
I caccia di Nairobi hanno colpito le
postazioni dei terroristi a Gondodowe e Ismail, nel Gedo, regione al confine con
il Kenya. Mancano indicazioni sulle vittime e sui danni. "Abbiamo
attaccato le due aree perché i miliziani di al Shabaab partono da lì per attaccarci",
dice una fonte militare.
Al Kenya, arriva un’offerta di
assistenza da Israele. E l’Uganda teme di subire simili incursioni
terroristiche.
La preghiera – In
piazza San Pietro, Papa Francesco scandisce le parole: "Auspico – dice
alla folla dopo la preghiera - che la comunità internazionale non assista muta
e inerte a tale inaccettabile crimine, che costituisce una preoccupante deriva
dei diritti umani più elementari. Auspico veramente che la comunità internazionale
non rivolga lo sguardo da un'altra parte".
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