Scritto per Il Fatto Quotidiano del 21/11/2015
Profeta di
sventure: parlando in pubblico giovedì, il presidente Hollande aveva detto che
il sedicente Stato islamico ce l’ha con la Francia non solo perché Parigi lo
bombarda in Siria, ma anche perché intervenne nel Mali nel 2013, ottenendo una
"vittoria".
Meno completa e
meno risolutiva, però, di quanto Hollande si illudesse: ieri, ci sono state almeno
27 vittime in un’azione terroristica, a Bamako, circa 150 ostaggi sono stati liberati,
tre integralisti uccisi.
A una settimana esatta dalla carneficina di Parigi, il
terrore jihadista torna a colpire la Francia e i suoi interessi. Lo fa nel
Mali, una delle tante ex colonie. "I terroristi nel 2012 si sono accaniti
contro la cultura di quel Paese", "hanno imposto divieti, hanno
sottomesso le donne", "la Francia ha dovuto prendersi le sue responsabilità",
aveva detto Hollande. Sollecitando l’aiuto dei partner europei, lunedì, a
Bruxelles, dopo la carneficina del venerdì 13, il governo di Parigi non aveva
fatto riferimento alla Siria, ma aveva chiesto di non essere lasciato solo proprio
nel Sahel e nell’Africa sub-sahariana. Dove, a dire il vero, nessuno ha mai
dato mandato alla Francia di essere militarmente presente, come retroguardia
della colonizzazione o avanguardia dell’Occidente.
Ieri mattina, un albergo nel centro di Bamako, il
Radisson/Blu, è stato attaccato e occupato da un commando armato integralista,
composto – pare – da una decina di persone e giunto a bordo di un veicolo con
targa diplomatica. Sono state prese in ostaggio almeno 170 persone, 130 clienti
e una quarantina di dipendenti. Dopo ore di assedio, le forze speciali maliane
hanno dato l’assalto a più riprese e a metà pomeriggio hanno completato la
liberazione degli ostaggi superstiti, rinvenendo 27 cadaveri – 15 al piano
terra e 12 al primo piano – fra cui almeno un francese e un belga -.
Gli jihadisti avevano
lasciato andare, per loro scelta, quelli che sapevano recitare il Corano: tra
questi, cinque dipendenti della Turkish Airlines e 12 dell’Air France.
Fuori dall’hotel, transennato
e isolato, si sono raccolti soldati, polizia e forze speciali maliane, con elementi
della forza di peacekeeping dell’Onu, oltre a militari francesi di stanza nella
vicina ambasciata. Da Parigi partivano
alla volta di Bamako una quarantina di 'teste di cuoio' della gendarmeria e una
decina di esperti della polizia scientifica.
Al momento della
presa d’ostaggi, dentro l'hotel c'erano francesi, americani, turchi, indiani, cinesi e guineiani.
Il Radisson/Blu è un albergo con clientela internazionale, molto frequentato da
diplomatici e da uomini d'affari stranieri, considerato il più sicuro della
capitale.
L'attacco jihadista
all'hotel, situato nella zona residenziale della citta, è cominciato di
buon’ora, intorno alle 7:00 di mattina. Gli assalitori sparavano colpi di arma da
fuoco e urlavano in arabo ‘Allah è grande’, ha raccontato un testimone. Sekouba
Bambino Diabate, un cantante guineiano, ha detto di aver sentito i terroristi parlare
tra di loro in inglese. Le autorità francesi
hanno chiesto ai loro connazionali in città di non uscire dalle case e hanno
chiuso le loro scuole.
Per varie ore, la
confusione è stata massima. In un primo tempo i servizi di sicurezza maliani
indicavano che il commando apparteneva ad Ansar Din, di cui numerosi attentati
nella capitale maliana sarebbero già stati sventati. Poi, l’intelligence maliana
chiamava in causa il gruppo militante al-Mourabitoun, legato ad al Qaeda e che
avrebbe pure rivendicato l’azione su twitter. Il gruppo al Mourabitoun, fondato da Mokhtar
Belmokhtar, un ex comandante di al Qaeda nel Maghreb, recentemente si sarebbe unito
all'Isis. Belmokhtar lo ha però smentito.
Nel 2012, il
Malì settentrionale fu occupato
da milizie jihadiste, in parte legate ad al-Qaeda. Molti gruppi jihadisti
furono snidati grazie a un'operazione militare internazionale su iniziativa
francese, lanciata nel gennaio 2013 e che è ancora in corso. Ma alcune zone del
Paese, specie nel Nord, al confine con l’Algeria, rimangono fuori dal controllo
delle forze maliane e straniere loro alleate. Dall'inizio del 2015 gli attacchi
si sono estesi al centro e, da giugno, al sud del Paese, fino a raggiungere la
capitale.
Nessun commento:
Posta un commento