Scritto per Il Fatto Quotidiano del 25/11/2015
Battaglia aerea nei cieli tra Siria e
Turchia: caccia turchi intercettano due caccia-bombardieri russi che lambiscono
e forse invadono lo spazio aereo turco e ne abbattono uno, mentre l’altro si
dilegua. Scene da Guerra Fredda, altro che da guerra al terrorismo. E, infatti,
il Califfo sta a guardare: lui, aerei non ne ha e può solo ripararsi alla
bell’e meglio dalla gragnola di bombe e missili che la notte francesi e russi e
pure turchi rovesciano sulle sue postazioni.
Il presidente russo Putin parla di
“pugnalata alla schiena”, inferta da un presunto alleato nella lotta contro le
milizie jihadiste. Le autorità di Ankara sostengono che i due Su-34 russi siano
penetrati nello spazio aereo turco “per 17 secondi”, pubblicano una traccia
radar che lo proverebbe e producono un elenco lungo e dettagliato di incidenti
simili accaduti negli ultimi giorni. I russi affermano che i due aerei sono
rimasti nello spazio aereo siriano e rientravano alla base di Latakia.
La reazione turca era chiaramente
pianificata, non è stata improvvisata: l’ordine di abbattimento – si dice – è venuto
dal premier Davutoglu, consultato dai vertici militari. Con una catena di
comando così lunga, l’azione sarebbe scattata quando i due aerei erano già
rientrati alla base: evidentemente, i turchi avevano già deciso d’intercettare
e abbattere, sulla scorta degli episodi precedenti. Prima che l’incidente accadesse,
Ankara aveva già inviato una lettera all’Onu denunciando la situazione.
L’abbattimento mette a nudo fragilità e
divisioni dell’alleanza anti-terrorismo: i presidenti Usa Obama e francese
Hollande, che si incontrano a Washington, cercano di contenere l’incendio.
Obama riconosce che la Turchia, un Paese della Nato, ha diritto di difendere il
proprio spazio aereo e invita la Russia a concentrarsi sulla distruzione del
sedicente Stato islamico, invece che difendere il regime di Assad. Hollande
invita Ankara e Mosca a evitare l’escalation e chiede più raid su Siria e Iraq,
la chiusura della frontiera tra Turchia e Siria e un governo di unità a Damasco
senza Assad.
Nelle prossime ore, il presidente francese,
che dopo la carneficina di Parigi si dà da fare per trovare il consenso su
un’azione muscolare contro le milizie jihadiste, vedrà sia Putin –giovedì a
Mosca, dopo un croissant con Renzi all’Eliseo di buon mattino- che il
presidente turco Erdogan –domenica a Bruxelles-. Al borsino del terrore, il
Califfo, che, dicono fonti britanniche, cerca d’acquisire nucleare ‘sporco’,
segna un punto.
Sulla sorte dei piloti del caccia-bombardiere abbattuto, c’è incertezza: i ribelli turcomanni
anti-Assad attivi nella zona sostengono di averli uccisi mentre scendevano con
il paracadute, dopo essersi eiettati; una fonte di Ankara afferma, invece, che
sono vivi e che soccorsi turchi cercano di raggiungerli – oppure, un’altra
versione è di riscattarli ai ribelli che li avrebbero catturati-. La zona è
stata anche sorvolata da elicotteri russi, uno dei quali sarebbe stato
abbattuto. Alpaslan Celik, vice-comandante della brigata di turcomanni, dice
che "entrambi i piloti sono stati recuperati morti", offrendo come
prova un pezzo di paracadute.
Le relazioni tra Ankara e Mosca, già
non idilliache, si sono subito sfilacciate: il ministro degli Esteri russo
Lavrov annulla una visita in Turchia oggi –invece, riceverà a Mosca il collega
siriano -. I russi rafforzano l’apparato sul terreno e schierano 20 carri
armati ad Aleppo, città contesa tra ‘lealisti’ e integralisti.
Per Putin, la pugnalata alla schiena è
stata inferta “da complici di terroristi”: l’aereo russo sarebbe caduto 4 km
dentro il territorio siriano, colpito da un missile aria-aria sparato da un
F-16 turco mentre “non minacciava la Turchia”: l'incidente avrà "serie ripercussioni"
sui rapporti tra Mosca e Ankara, avverte il capo del Cremlino. "Abbiamo
sempre trattato la Turchia come un Paese amico. E, invece di mettersi in contatto
con noi, i turchi si sono subito rivolti agli alleati Nato, come se noi
avessimo abbattuto un loro aereo e non loro un nostro". Il Consiglio
atlantico s’è effettivamente riunito a Bruxelles nel pomeriggio, evitando di
rinfocolare la polemica.
L'Is, insiste Putin, tornando su problemi già sollevati al G20 la scorsa settimana, dispone di risorse per "miliardi di dollari provenienti da vendite illecite" ed è "protetto da forze armate di altri Stati": “E’ chiaro perché siano così sfrontati, perché uccidano la gente e perché compiano attentati in giro per il mondo, incluso il cuore dell'Europa".
L'Is, insiste Putin, tornando su problemi già sollevati al G20 la scorsa settimana, dispone di risorse per "miliardi di dollari provenienti da vendite illecite" ed è "protetto da forze armate di altri Stati": “E’ chiaro perché siano così sfrontati, perché uccidano la gente e perché compiano attentati in giro per il mondo, incluso il cuore dell'Europa".
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