A Cleveland, è nata una stella, nel cielo repubblicano. Ma a sorpresa non è Donald Trump, che pure ha mediaticamente dominato il primo dibattito tv fra gli aspiranti alla nomination repubblicana per Usa 2016, ma è poi uscito ‘triturato’ dai sondaggi a caldo. La vincitrice della serata è stata, secondo molti analisti, Carly Fiorina, l’unica donna del folto gruppo -17 i candidati in lizza-. Peccato, però, per la manager, ex ceo della Hewlett-Packard, che pochi l’abbiano vista: Carly, infatti, era stata relegata in serie B, nel dibattito ‘all’ora dell’aperitivo’. Ma la prossima volta, c’è da scommetterci, sarà in serie A, in prima serata.
Alla Fiorina, Trump,
che, con il suo background da imprenditore miliardario, oltre che da showman,
le sottrae molti consensi, ha fatto un grosso regalo: s’è definitivamente
inimicato il voto femminile, già diffidente nei suoi confronti. Mentre la
Fiorina si qualifica come potenziale anti-Hillary Clinton (l’ex first lady è
nettamente favorita per la nomination democratica).
Sugli schermi della
FoxNews, emittente ‘all news’ conservatrice, Trump ha parlato quasi 12 minuti,
contro gli 8 circa di Jeb Bush e una
media di 6 per gli altri protagonisti dell’affollato dibattito. E ha pure dato
le uniche notizie e fornito i maggiori spunti mediatici. Battagliero e come al
solito senza peli sulla lingua Trump ha sparigliato le carte avvertendo che
potrebbe correre come indipendente, se non ottenesse l’investitura del partito:
“Non me la sento – ha detto, unico a farlo - di impegnarmi ora a sostenere un
altro candidato repubblicano”.
La prospettiva
preoccupa il partito. Non perché Trump possa vincere, da indipendente. Ma piuttosto
perché la sua presenza sulla scheda dividerebbe in campo conservatore, che ne
ha comunque bocciato la prestazione (“un disastro”), mentre promuove vincitori
la coppia della Florida Jeb Bush, ex governatore, e Marco Rubio, senatore, il
più giovane in lizza. Politico.com ha sondato l’elettorato repubblicano di Iowa
e New Hampshire, gli Stati che aprono la stagione delle primarie: Trump viene
criticato per tutte le sue risposte, a partire dai commenti misogini; Jeb è
l’usato sicuro; Rubio “rappresenta la speranza per l'America, ha offerto
risposte articolate e una buona energia”.
L’eccentrico
miliardario e showman, finora nettamente in testa, nei sondaggi, al lotto degli
aspiranti alla nomination, ha costretto i suoi rivali ad affannarsi per cercare
di ottenere un po’ di attenzione e li ha pure indotti a coalizzarsi contro di
lui, con l’effetto di apparire il solo che diceva cose diverse e ‘vere’.
La Fiorina, che non
ne subiva i condizionamenti, ammette che Trump, campione dell’ ‘anti-politica’,
coagula la rabbia degli americani contro Washington, ma ne denuncia la
fragilità di visione e programmi: “In base a quali principi –s’è chiesta-,
Donald governerebbe l’America?”.
Lui ne ha dato
qualche squarcio, certo non brillante. Ha fra l’altro affermato di sentirsi al
di sopra alle regole di coerenza - per via delle sue opinioni mutevoli -, 'fair
play' e "politicamente corretto": “Uno dei problemi di questo Paese e
l'essere politicamente corretti", ha detto.
Messo sotto pressione
dalla moderatrice, la giornalista Megyn Kelly, per le dichiarazioni in cui
aveva definito le donne "grasse scrofe", "cagne" e
"sciatte", Trump ha tagliato corto con rudezza, sostenendo che era una
domanda di "correttezza politica" cui non si sentiva in dovere di
rispondere. Passando all'attacco, Trump ha puntato il dito contro la
moderatrice, accusandola di non trattarlo bene: "Onestamente, Megyn, se
quello che dico non ti piace, mi dispiace”; “Sono stato molto carino con te, nonostante
avrei anche potuto risparmiarmelo per come mi hai trattato", ha detto il magnate
dell’immobiliare, che ha una base elettorale soprattutto maschile –e non l’ha
certo ampliata fra le donne con la sua prestazione-.
Molti aspiranti
candidati repubblicani, fra cui il neuro-chirurgo nero Ben Carson, che parlava
di sé in terza persona, si sono presentati come il miglior anti-Hillary
possibile. Dal canto suo, la Clinton, impegnata a Los Angeles in una raccolta
di fondi, li ha tutti accomunati in un giudizio tagliente: “Resto incredula,
quando li sento”, ha detto, prima di concedersi a un selfie con Kim Kardashian
che, sui social media, fa concorrenza al dibattito repubblicano.
Il calendario dei dibattiti
Il dibattito di
Cleveland, nell’Ohio, uno degli stati chiave per la Casa Bianca, è stato il
primo di sei, che avranno regole di selezione dei candidati ciascuno diverse:
il prossimo andrà in onda sulla Cnn il 16 settembre da Simi Valley, in
California, dove c’è la biblioteca presidenziale di Ronald Reagan. Gli altri
seguiranno il 28 ottobre sulla Cnbc e, poi, uno al mese a novembre, dicembre,
gennaio, tutti prima dell’inizio delle primarie.
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