Scritto per LaPresse lo 03/10/2015 e ripreso passim da www.GpNewsUsa2016.eu e Formiche.net
L’estate ha cambiato tutto. Pareva che i
giochi fra i democratici fossero già fatti, con Hillary Clinton candidata
(quasi) unica alla nomination e, soprattutto, solissima in testa ai sondaggi;
mentre i repubblicani, con una pletora di aspiranti – sono stati 17 a un certo
punto -, ne cercavano uno davvero credibile per l’opinione pubblica.
Cento giorni e una stagione dopo, i repubblicani,
sempre una pletora – 15 -, hanno un battistrada nettamente avanti nei sondaggi
(ma non nei pronostici), il magnate dell’immobiliare Donald Trump, mentre i
democratici restano con una candidata (quasi) unica, ma molto più debole per
gli scandali – quello delle email ufficiali dall'account privato sarebbe
oggettivamente risibile, ma ha acquisito peso - e per i rigurgiti d’ostilità
che il personaggio suscita (nel 2008, le costarono la nomination).
L’effetto
Oregon – Sul filo della cronaca, le pallottole assassine di
Chris Harper Mercer, il giovane filo-nazista autore della strage di giovedì in
un’Università dell’Oregon, possono essere l’arma letale di molte candidature
alla nomination repubblicana per Usa 2016: chi si azzarda a dirsi favorevole al
controllo sulla vendita delle armi è fuori. Anche per questo, tutti stanno
zitti; e Jeb Bush, meno conservatore su questo punto di tanti suoi colleghi,
liquida l’eccidio come “una cosa che capita” - negli Usa, di sicuro di
frequente - ...
Il presidente Barack Obama, afferma che il popolo
americano dovrebbe trarre le proprie conclusioni dai commenti sulla sparatoria,
“basandosi sul fatto che ogni due mesi abbiamo una strage”, e poi decidere se
considerarla “una cosa che capita" ...
Fra
i democratici - Hillary Clinton è messa male: il suo
rivale, il senatore indipendente 'socialista' Bernie Sanders, su cui nessuno scommetteva
un cent quando si candidò ad aprile, le è nettamente davanti nei sondaggi nei
due Stati, lo Iowa e il New Hampshire, che per primi assegneranno delegati alla
convention. In entrambi quegli Stati, nel
2008 Hillary perse a sorpresa dall'allora senatore al primo mandato Barack
Obama, che poi le strappò la nomination.
L’immagine dell'ex segretario di Stato è sempre più
appannata dallo scandalo Emailgate, le oltre 60.000 mail - tutta la sua
corrispondenza - che dal 2009 al ‘13 inviò e ricevette da un server privato
invece che da quello ufficiale). Ma Sanders non è un’alternativa credibile a
livello nazionale.
Lo sarebbe il vice-presidente Joe Biden, se scendesse
in campo. Ma Biden è sempre più amletico: intervistato da Stephen Colbert, che
ha sostituto David Letterman al "The Late Show" sulla Cbs, è parso
esitante e l’ha messa sull’emotivo.
Da mesi Biden, che ha provato due volte (1988 e 1998)
a conquistare la nomination democratica, sempre senza successo, tentenna:
ostenta riluttanza, ma lascia trapelare che il figlio Beau, deceduto per un
tumore al cervello a 46 anni il 30 maggio, gli chiese, sul letto di morte, di
candidarsi. Obama non si sbilancia sulle scelte del suo vice né lo spinge: "Adoro
Biden, ma è una decisione che deve prendere lui". Certo, il tempo passa e
comincia a essercene poco.
Fra
i repubblicani – I sondaggi restano volatili, dopo due
dibattiti televisivi e un’estate in cui Trump è stato l’indiscusso mattatore:
battute, gaffes, zuffe verbali, lo showman è sempre stato mediaticamente
presente. Viaggia in testa alle preferenze dei potenziali elettori
repubblicani, davanti al altri due non politici’: Ben Carson, l’unico nero, un
ex neurochirurgo, ultra-conservatore, e Carly Fiorina, l’unica donna, ex ceo
della Hp.
I politici, senatori e
governatori, in carica ed ex, sono tutti sotto il 10%. L’impressione è che i
giochi siano ancora apertissimi, che Trump abbia ormai fatto il pieno dei
potenziali consensi e che per Jeb, il più alto in corsa, come per Marco Rubio,
il più giovane, o per Mike Huckabee, il più esperto, e via via tutti gli altri
non sia ancora detta l’ultima parola. L’autunno, con altri tre dibattiti
televisivi, uno al mese, sfronderà il gruppo e chiarirà le posizioni.
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