Scritto per www.GpNewsUsa2016.eu e Formiche.net il 26/10/2015
Mentre i media fanno polemica perché il Comitato nazionale repubblicano vuole fare loro pagare la copertura della convention di Cleveland, 150 dollari a posto, alla Quicken Loans Arena, il NYT rivela che il fiume di denaro che foraggia i candidati alle nominations proviene, per quasi la metà, da appena 158 famiglie, principalmente bianchi, ovviamente ricchi, uomini e anziani, spesso vicini di casa e compagni di golf.
L’inchiesta del NYT si ferma al secondo trimestre 2015, quando ciascuna delle 158 famiglie aveva già donato almeno 250 mila dollari, mentre altre 200 famiglie avevano superato i 100 mila: somme, in maggioranza, andate ai repubblicani, mentre i democratici ricevono donazioni più diffuse, ma di minore entità.
Non accadeva da prima del Watergate, cioè almeno dalla campagna 1972, sostiene il quotidiano, che i contributi alla campagna fossero così concentrati. L’analisi del giornale mette anche in luce un cambiamento nella composizione dell’élite economica degli Stati Uniti: sono relativamente pochi, fra i 158 ‘paperoni’ di Usa 2016, quelli che lavorano nell’economia tradizionale o sono eredi di grandi fortune; molti lavorano nella new economy o sono nuovi ricchi o ‘avventurieri’ della finanza; e vi sono anche una decina di immigrati, da Cuba come dall’ex Urss, da India e Pakistan come da Israele. (NYT - gp)
Mentre i media fanno polemica perché il Comitato nazionale repubblicano vuole fare loro pagare la copertura della convention di Cleveland, 150 dollari a posto, alla Quicken Loans Arena, il NYT rivela che il fiume di denaro che foraggia i candidati alle nominations proviene, per quasi la metà, da appena 158 famiglie, principalmente bianchi, ovviamente ricchi, uomini e anziani, spesso vicini di casa e compagni di golf.
L’inchiesta del NYT si ferma al secondo trimestre 2015, quando ciascuna delle 158 famiglie aveva già donato almeno 250 mila dollari, mentre altre 200 famiglie avevano superato i 100 mila: somme, in maggioranza, andate ai repubblicani, mentre i democratici ricevono donazioni più diffuse, ma di minore entità.
Non accadeva da prima del Watergate, cioè almeno dalla campagna 1972, sostiene il quotidiano, che i contributi alla campagna fossero così concentrati. L’analisi del giornale mette anche in luce un cambiamento nella composizione dell’élite economica degli Stati Uniti: sono relativamente pochi, fra i 158 ‘paperoni’ di Usa 2016, quelli che lavorano nell’economia tradizionale o sono eredi di grandi fortune; molti lavorano nella new economy o sono nuovi ricchi o ‘avventurieri’ della finanza; e vi sono anche una decina di immigrati, da Cuba come dall’ex Urss, da India e Pakistan come da Israele. (NYT - gp)
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