Scritto, in forme diverse, per www.GpNewsUsa2016.eu, Formiche.net e LaPresse il 14/10/2015
Per giornalisti e politologi, di primo acchito ha
vinto Hillary Clinton, più preparata e più esperta. Ma l’azione più bella è
stata di Bernie Sanders, che ha offerto all’ex fist lady un assist inatteso,
che gli è valso un grande applauso: per il senatore del Vermont, gli americani “sono
stanchi e stufi” dell’ ‘emailgate’, lo scandalo dell’uso delle mail private da
parte di Hillary quand’era segretario di Stato, cavallo di battaglia degli
attacchi dei repubblicani; “Grazie, Bernie”, ha risposto l’ex first lady,
stringendogli la mano, tra la calorosa approvazione del pubblico presente.
Episodio ‘cavalleresco’ a parte, la Clinton, più
pacata, e Sanders, più focoso, si sono scontrati quasi su tutto: il controllo
delle armi, l’economia, la Siria, la sicurezza nazionale.
Per molti americani, il dibattito in diretta sulla Cnn
dal Wynn Hotel di Las Vegas in prima serata è stata l’occasione di ‘scoprire’
Sanders, indipendente e, per sua stessa definizione, ‘socialista’, l’elemento sorpresa,
finora, della campagna democratica. Secondo le prime
reazioni giornalistiche, non unanimi, Hillary ha però dominato il dibattito: manca
ancora il riscontro del pubblico.
Un sondaggio Ipsos-Reuters dice che solo
due americani su cinque erano al corrente del confronto, anche perché la
campagna democratica, dove Hillary non ha un’alternativa credibile –Sanders
pare improbabile, come presidente- , si svolge più in sordina ed è meno seguita
della repubblicana, dove i candidati alla nomination sono 15 e dove Donald
Trump, l’attuale battistrada, tiene desta l’attenzione dei media con le sue
sortite – durante il dibattito, rendeva pubblici smorfie e sbadigli -.
Il prossimo appuntamento televisivo per
gli aspiranti alla nomination democratici è il 14 novembre alla Drake
University di Des Moines, in Iowa, il primo stato che l’anno prossimo, il 1° febbraio,
sceglierà i delegati alla convention. Per quella data, quasi certamente si
saprà se il vice-presidente Joe Biden, che questa volta ha seguito il confronto
da casa sua, intende o meno candidarsi, creando una vera alternativa a Hillary
Clinton. Nel frattempo, ci sarà il terzo dibattito televisivo repubblicano –i primi
due sono stati in agosto a Cleveland, Ohio, e in settembre a Simi Valley,
California-. Entrambi i partiti hanno programmato sei confronti, prima dell’inizio
delle primarie.
L’inizio del dibattito fra democratici è
stato da copione: sul palco, in piedi, la mano destra sul cuore, i cinque
protagonisti, Hillary Clinton, Bernie Sanders, Lincoln Chafee, Martin O'Malley,
Jim Webb, hanno ascoltato l’inno nazionale. Poi il moderatore Anderson Cooper,
giornalista vedette della Cnn, ha aperto i giochi.
Occhi puntati sulla ex senatrice dello
Stato di New York e sul senatore del Vermont: nei sondaggi della vigilia,
Chafee, O’ Malley e Webb hanno percentuali da figuranti. Sull’economia, Hillary
si definisce una progressista “concreta” che non guarda alla convenienza, mentre
Sanders, socialista, vuole distribuire la ricchezza "in mano all'1% degli
americani al restante 99%, creando una società più equa". Sanders
cita i paesi del Nord Europa dove tasse più alte corrispondono a migliori
servizi sociali; Hillary replica "Ma qui non siamo in Danimarca",
però condivide che “i più ricchi paghino il giusto”. Si discute pure di
immigrazione e sanità.
Sul controllo della vendita delle armi,
invece, Hillary vuole limitare la portata dell’emendamento della Costituzione
che ne consente il possesso, mentre Sanders, che proviene da uno Stato rurale e
libertario, non è in linea con il presidente Obama e la sua campagna anti-armi.
E Hillary ricorda che Sanders votò a favore dell'immunità dei produttori e dei
rivenditori.
Sulla politica di sicurezza e sulla Siria,
Hillary considera le armi nucleari la principale minaccia e mostra i muscoli ai
russi: “Non accetteremo che Putin crei il caos in Siria” (dove, del resto, c’è
già). O’Malley le contesta la mancata ‘no fly zone’ sulla Siria. Web ricorda di
“avere combattuto e dato il sangue” per il suo Paese.
Altro punto di frizione, Edward Snowden, l’uomo
che ha rivelato molti segreti dell’intelligence americana: Sanders lo difende;
per Hillary, che difende il Patriot Act, deve pagare per quanto fatto.
La Clinton, che si presenta come ex first
lady, madre e nonna, nota che un presidente donna sarebbe un grande cambiamento
per gli Stati Uniti (“La differenza che c’è tra me e Barack Obama? Io sono una
donna”) e dice di non volere un voto per il suo nome, mentre il marito, l’ex
presidente Bill, tweetta “merita di essere presidente” e diffonde foto del
dibattito.
Chafee attacca la Clinton, “io non ho mai
avuto scandali”, ma innesca Sanders nel passaggio clou della serata: letteralmente,
"Permettetemi di dire qualcosa che non è di alta politica, ma ritengo che il
pubblico americano sia stufo di sentire parlare di queste email quando ci sono
milioni di persone che vivono in povertà. Parliamo di ciò che interessa agli
americani".
In
chiusura O’Malley mette tutti d’accordo, attaccando i repubblicani, l’avversario
da battere l’8 novembre 2016.
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