Scritto per www.GpNewsUsa2016.eu e Formiche.net il 25/08/2016
Hillary
Clinton incassa un po’ di più di Donald Trump, ma spende molto di più del
magnate, i cui conti continuano a essere poco trasparenti (e di rendere
pubblica la dichiarazione dei redditi non se ne parla proprio). E’ una tendenza
che va avanti dall'inizio della corsa alla presidenza: Hillary ha complessivamente
speso 319 milioni di dollari, Trump ‘appena’ 89,5.
Le
indicazioni, non sempre chiare, emergono dai conti di luglio delle due
campagne, da cui si era già appreso che la candidata democratica aveva raccolto
90 milioni contro gli oltre 80 del candidato repubblicano – per entrambi, cifre
record, anche grazie alle convention dei rispettivi partiti -.
Secondo
quanto reso noto dalle due campagne alla commissione elettorale federale, l'ex
first lady ha speso a luglio quasi 50 milioni, di cui 26 per produrre e trasmettere
spot in tv e online, cinque per pagare il suo staff di 705 persone (Trump ne ha
solo 70) e due per viaggi.
Trump, che a
luglio ha speso più che mai, raddoppiando le cifre di maggio e giugno, s’è fermato
a 18,4 milioni, poco più di un terzo della rivale. Inoltre, come riesce a fare
spesso, i soldi che escono dalla campagna tornano in qualche modo nelle sue
tasche, o finiscono in quelle di familiari e amici.
Così, 8,4
milioni di dollari sono andati all’azienda di web-design Giles-Parscale, il cui
presidente, Brad Parscale, è il direttore della campagna digitale di Trump, con
la missione di migliorare la raccolta di fondi online. E 7,7 milioni sono
serviti a pagare sue aziende o membri della sua famiglia coinvolti nella
campagna.
Trump ha
speso 3,2 milioni per i viaggi e 1,8 per i gadget che regala ai suoi
sostenitori. E’ infine strano che lo showman continui a pagare l'ex manager della
sua campagna Corey Lewandowski: 20 mila dollari in luglio, dopo che era stato
scaricato per il suo carattere rude e assunto dalla Cnn come commentatore
politico (con analisi sempre a favore di Trump).
Se i conti
della campagna non sono proprio limpidissimi, ma sono almeno pubblici, come d’obbligo,
quelli personali del candidato repubblicano restano ‘top secret’. La nuova
manager della sua campagna, Kellyanne Conway, è stata costretta a un brusco
dietrofront su questo punto: fino alla primavera, quando lavorava per un rivale
di Trump, il senatore Ted Cruz, chiedeva che il magnate fosse trasparente e
diffondesse la sua dichiarazione dei redditi.
Nessun commento:
Posta un commento