Scritto per www.GpNewsUsa2016.eu e Formiche.net il 19/08/2016
Mentre Donald Trump riceveva il suo primo briefing
d’intelligence, nella sede dell'Fbi a New York, Hillary Clinton aveva un
incontro con Paul McCartney, a Cleveland, in Ohio, nella Quicken Loans Arena,
dove l'ex Beatle tiene due concerti del suo tour ‘One on One’ – e dove a luglio
s’è svolta la convention repubblicana -. La candidata democratica era a
Cleveland per un evento elettorale e una raccolta di fondi.
"Non c'è un nuovo Donald Trump, lui è quello che è",
ha affermato l'ex first lady commentando il rimpasto della squadra del rivale.
"Può assumere o licenziare chi crede per la sua campagna, può parlare con
il gobbo o senza, ma resta sempre lo stesso uomo che insulta famiglie di eroi
di guerra, che insulta persone disabili e che pensa di sapere dell'Is più di
quanto sappiano i nostri generali".
Nuovi sondaggi in Stati chiave nel voto dell’8 Novembre
confermano Hillary avanti in Colorado – 10 punti – e nello Iowa – solo 4 -,
mentre nell’Indiana la scelta del governatore Mike Pence come vice-Trump
starebbe pagando: repubblicani avanti di 11 punti sui democratici.
Biden
e De Niro, missioni europee anti-Trump - Il briefing d’intelligence è stato
fatto a Trump nonostante le polemiche sulla sua affidabilità. “E’ un rischio
per la sicurezza dell’America”, ha ridetto di lui il vice-presidente Joe Biden,
accingendosi a una missione europea – e turca - volta pure a rassicurare gli
alleati sull’impegno degli Usa nella Nato messo in dubbio dal magnate. “Sono
preoccupato – ha aggiunto Biden -: a Trump, sarebbe piaciuto pure Stalin”,
alludendo agli apprezzamenti dello showman su Putin, Gheddafi, Saddam Hussein e
altri ‘uomini forti’.
Parlando a Sarajevo, a un evento cinematografico, Robert De
Niro ha paragonato Trump a Travis Bickle, il protagonista da lui interpretato di
Taxi Driver, film cult di Martin Scorsese del 1976: Bickle è un ex marine
alienato e depresso, che fa il taxista, compie una strage e torna a fare il
taxista. “Proprio come Bickle, Trump è dove non dovrebbe essere… Che Dio ci
aiuti…”.
Ma sul briefing d’intelligence al candidato repubblicano ha
deciso il presidente Obama: “Lo prevede la legge e noi rispettiamo la legge”.
Repubblicani in fuga o critici - Richard Cross, l'uomo che ha scritto
il discorso della madre di una delle vittime di Bengasi alla convention
repubblicana, non sostiene Trump e forse voterà per Hillary. In un articolo sul
Baltimore Sun, Cross spiega il suo malessere: "Il presidente Eisenhower
non avrebbe mai proposto di bandire i musulmani dagli Stati Uniti, né lo
avrebbero fatto Nixon e Reagan. Trump tradisce la loro eredità e io non
riconosco più il mio partito".
Nei giorni scorsi, anche
Patti Davis, figlia di Ronald Reagan, aveva criticato gli eccessi verbali dello
showman, ricordano che “le parole contano”. Patti s’era espressa quasi in
consonanza con Bernice A. King, la figlia di Martin Luther King, che giudica i
discorsi di Trump “inquietanti e pericolosi”. Entrambe, come figlie di leader
vittime di attentati – mortale quello a MLK – avevano, in particolare, in mente
la battuta di Trump che evocava la violenza delle armi per fermare Hillary.
A confermare la sua
imprevedibilità, ma anche estrosità, il candidato repubblicano ha ieri twittato
un sibillino: "Presto mi chiameranno Mr. Brexit", volendo forse
sottolineare il suo essere anti-establishment, come la maggioranza degli
elettori britannici che hanno votato per uscire dall'Ue.
Transition Team, uffici adiacenti - S’è intanto appreso che, per la
prima volta, i 'transition team' dei due candidati lavorano, a un piano di
distanza, nello stesso edificio, al 1717 di Pennsylvania Avenue, a un isolato dalla
Casa Bianca: democratici e repubblicani utilizzano lo stesso ascensore per
salire ai rispettivi uffici.
In passato, i
candidati alloggiavano le squadre per la transizione in locali modesti,
investendo cifre contenute in lavori aleatori (almeno fino al voto): nel 2008 l'allora
candidato Barack Obama s’accontentò d’un locale sopra il negozio d’una catena di
sandwich economica e il suo antagonista John McCain spese in tutto una somma
ridottissima, 25/30 mila dollari.
Ora, invece, le
squadre di Hillary e Donald occupano uffici finanziati con fondi federali in un
edificio moderno di 13 piani con i pavimenti di marmo, mentre i computer e il
supporto tecnico-amministrativo del valore di milioni di dollari sono forniti
dall'amministrazione dei servizi generali: viene così spesa una parte dei 13,3
milioni di dollari destinati dal Congresso a sostenere il processo di
transizione.
I team si vanno ora
definendo, sotto la guida dell'ex segretario dell'Interno e senatore del
Colorado Ken Salazar – il democratico - e del governatore del New Jersey Chris
Christie – il repubblicano -. (fonti vv –
gp)
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