Scritto per www.GpNewsUsa2016.eu e Formiche.net il 16/08/2016
Pochi giorni dopo avere sostenuto che anche gli
immigrati regolari sono una minaccia per gli Usa e avere definito gli attuali
flussi “il più grande cavallo di Troia della storia”, Donald Trump gioca ancora
la carta dei migranti: s’impegna ad attuare un sistema "estremamente
accurato" di verifica dei requisiti di quanti vogliono entrare nell'Unione,
a partire dalle ideologie che professano e dalle fedi che praticano.
Il suo vice Mike Pence, su questo punto, non si mostra
più moderato: il divieto d’ingresso negli Usa dai Paesi “a rischio di
terrorismo” – dice – deve valere non solo per i musulmani, ma pure per ebrei e
i cristiani. Pence l’ha affermato in un’intervista radiofonica, facendo l’esempio
della Siria: “Sospendere il programma per i rifugiati dai Paesi che non possono
garantire l’identità e l’affidabilità delle persone che arrivano è nel migliore
interesse della sicurezza degli Stati Uniti”. E il bando temporaneo deve
basarsi sul Paese di provenienza, non sulla fede o sull'etnia.
Elaborando meglio il suo concetto, Trump afferma: "Dovremmo
far entrare in questo Paese solo chi condivide i nostri valori e rispetta la
nostra gente. Durante la Guerra Fredda c’era un test ideologico. E’ giunta
l'ora di nuovi test per le minacce odierne". Il candidato repubblicano prevede
misure anti-terrorismo fra cui il bando di quanti provengono da Paesi
"instabili e pericolosi".
Trump non ha dunque abbandonato la retorica
anti-migranti delle prime battute della sua campagna. Il magnate ha poi
ribadito il generico proposito di "schiacciare e distruggere" il
sedicente Stato islamico, riconfermando - al momento senza ritrattarle, come fece
l'ultima volta, quando sostenne che i media non avevano capito che la sua era
una battuta - l'accusa al presidente Barack Obama e alla candidata democratica,
ed ex segretario di Stato, Hillary Clinton, che avrebbero permesso all'autoproclamato
Califfato di nascere e svilupparsi.
Trump intende inoltre istituire una "commissione
sull'Islam radicale" per sradicare - non ha spiegato come - dal web le
reti jihadiste e per contrastare la radicalizzazione dei giovani americani. Il
tutto arrivando, se necessario, a "bloccare l'accesso ad internet agli
estremisti, per impedire che la rete venga usata come strumento di
reclutamento" di aspiranti terroristi.
Il candidato repubblicano ha poi fatto confusione tra
la politica estera del precedente presidente repubblicano, George W. Bush (che
decise l'invasione dell’Iraq nel 2003, creando i presupposti dell'instabilità regionale
e del moltiplicarsi del terrorismo di matrice islamica). Bush si richiamava ai
concetti di "regime change” (cambio di regime) e di "nation building”
(costruzione di uno Stato stabile e democratico, altra versione dell "esportazione
della democrazia" di matrice neo-con).
Trump ha attribuiti entrambe le dottrine a Obama: “Si sono dimostrate un totale fallimento. Abbiamo creato un vuoto che ha consentito al terrorismo di prosperare", ha concluso. Il che è vero, ma la matrice è repubblicana, non democratica. (fonti vv – gp)
Trump ha attribuiti entrambe le dottrine a Obama: “Si sono dimostrate un totale fallimento. Abbiamo creato un vuoto che ha consentito al terrorismo di prosperare", ha concluso. Il che è vero, ma la matrice è repubblicana, non democratica. (fonti vv – gp)
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