L’elezione di Donald Trump costituirebbe "una vera opportunità" per i nazionalisti bianchi Usa: lo dice il capo del Partito nazista americano, Rocky Suhayda, durante un suo talk show radio. La frase rimbalza in tutta l’Unione e non contribuisce di sicuro ad aumentare la credibilità del magnate presso i conservatori moderati.
Suhayda spera che l’elezione di Trump apra la via alla
creazione d’un gruppo congressuale ‘pro bianchi’, così come esiste un
Congressional Black Caucus. Suhayda, 64 anni, da due presidente dell’Anp
(American Nazi Party), sta cercando di rivitalizzare il movimento fondato nel
dopoguerra da George Lincoln Rockwell e largamente ispirato all’ideologia e
alle politiche del partito nazista d’Adolf Hitler, di cui assunse le uniformi e
l’iconografia.
Il partito, sede ad Arlington in Virginia, era inizialmente
l’Unione mondiale dei Nazional Socialisti della libera impresa e solo nel 1958 prese
il nome di American Nazi Party. Varata la legislazione anti-segregazione e
assassinato Rockwell nel 1967, in quella stagione di violenza politica negli
Usa segnata nella campagna elettorale 1968 dalle uccisioni di Martin Luther
King e Robert Kennedy, l’Anp si frantumò in una serie di gruppi locali di
modesto impatto.
La presidenza di Barack Obama, il primo nero alla Casa
Bianca, ha però ravvivato la frustrazione della classe media bianca negli Stati
Uniti, che soffre una perdita d’influenza politica, una minore solidità
economica e il calo del proprio peso demografico. L’obiettivo di Suhayda, da adolescente seguace di
Rockwell e poi adepto della galassia fondamentalista cristiana americana, è
trasformare l’Anp e la galassia del suprematismo da 'movimento contro i neri',
fondato sullo scontro razziale, a movimento 'pro bianchi', più propositivo e
capace di entrare nelle stanze della politica che conta.
Capelli bianchi,
Suhayda ha lavorato negli anni con vari gruppi suprematisti tra Wisconsin e
Michigan, lo Stato di cui è originario: è dotato d’uno stile d’espressione
incisivo e originale, passa per moderato sul tema degli omosessuali, ma ai suoi
eventi ci sono sempre le bandiere confederata e con la svastica e un contorno
di tristi figuri in divisa nazi che farebbero meglio a frequentare i meeting
dei fans di Star Trek o di Star Wars.
Gli appoggi del Ku Klux Klan e dell’Anp, pur non direttamente
sollecitati, aumentano l’imbarazzo di Trump, che esce dalla peggiore settimana
della sua campagna – lo dice il Washington Post -.
"Trump – dice Suhayda – è per i bianchi nazionalisti
un’opportunità che non capiterà mai più": “Ha mostrato che i nostri punti
di vista non sono così impopolari". Se
arriverà alla Casa Bianca, sarà più facile piantare i semi del nazionalismo bianco nel cuore della politica americana.
A febbraio uno
dei leader del Ku Klux Klan, David Duke, aveva espresso le sue simpatie per Trump. E Rachel
Pendergraft, coordinatore del 'partito dei cavalieri', molto vicino al KKK, sfrutta la linea del
magnate per reclutare nuovi seguaci.
Per un sondaggio WP/Abc, Hillary Clinton ha
oggi un solido vantaggio sul rivale repubblicano: 50 a 42%. E la media dei
sondaggi fatta dalla Cnn vede Hillary avanti a Trump di 10 punti.
Ma lo showman riparte all’attacco, questa volta
sull’economia, proponendo un piano tra liberismo e protezionismo. E insiste
nelle sue provocazioni verbali, che gli sono già valse passi falsi. Spunta pure
un candidato repubblicano alternativo e indipendente, Evan McMullin, ex agente
della Cia ed ex funzionario del partito al Congresso: non andrà lontano, ma è
un indice della fragilità dell’unità del partito dietro Trump.
Nessun commento:
Posta un commento