Scritto per il blog de Il Fatto Quotidiano lo 01/04/2016 e pubblicato lo 02/04/2016
Una
giornata con i giovani della Sponda Sud del Mediterraneo: a Trento, Italia,
Europa, Mediterraneo. Sono i protagonisti di un progetto triennale
dell’Associazione Rondine Cittadella della Pace per formare una classe
dirigente nuova nei loro Paesi, passata attraverso un’esperienza di vicinanza e
di condivisione, futuri leader e fin d’ora costruttori di dialogo, tolleranza,
democrazia, pace, libertà. Materie studiate tra Toscana, Sardegna, Trentino.
Un Forum
chiude il progetto: s’intitola ‘Sponda Sud: nuove prospettive per il
Mediterraneo’ e si svolge nella Sala Rosa del Palazzo della Regione. Invitati
dall'Associazione Rondine, in collaborazione con la Provincia Autonoma di
Trento, ci sono politici e amministratori, diplomatici e giornalisti; e ci sono
soprattutto loro, i giovani.
Una
generazione che ha vissuto la speranza delle Primavere arabe e ne ha visto
recidere i fiori, ma che dice: “potete toglierci tutti i fiori, ma non ci
toglierete le primavere”. Ne esce l’immagine e la consapevolezza d’un Mediterraneo
non ‘terra di mezzo’ tra due Mondi, ma è elemento centrale e nodale di un unico
Mondo, che è già Europa e vuole esserne parte attiva e riconosciuta senza
perdere la propria identità.
I ragazzi,
dopo l’esperienza a Rondine, sono pronti ad abbandonare i pregiudizi – anzi,
già l’hanno fatto -, a condividere i valori, a costruire ponti – un’immagine
che torna di continuo; e non è solo un’eco di Papa Francesco -: basterebbe
questo a dare sostanza al rilancio della candidatura di Rondine al Nobel per la
Pace.
Il clima
positivo contagia politici e diplomatici. I primi riconoscono che l’Europa non
ha mai scommesso davvero sul Mediterraneo, nonostante abbia sfornato nel tempo
iniziative e formule capaci magari di concepire speranze, e di abortirle subito
dopo (si cita un dato significativo, ma non verificabile perché non
circonstanziato: un anno di aiuti alla Polonia equivaleva a dieci anni di aiuti
a tutti i Paesi della Sponda Sud). I secondi auspicano che l’Unione europea,
nel suo nuovo ‘documento strategico’, in fase di elaborazione, recepisca il
ruolo del Mediterraneo, che non è e non è mai stata una regione del Mondo
qualsiasi.
Si parla
di “shared ownership” e di “mutual partnership”, di priorità ai giovani e alle
donne. E tutti riconoscono che le molle del fenomeno delle migrazioni sono
molteplici: le guerre, ma anche l’economia e i cambiamenti climatici. E tutti
sono consapevoli che la demografia, a medio termine, impone all’Europa che
invecchia e si spopolerebbe di cooptare i migranti e non di respingerli.
Lo sanno tutti, nella Sala Rosa. Ma fuori? Fuori c’è un’Italia che non sempre è Europa. E un’Europa che quasi mai è Mediterraneo.
Lo sanno tutti, nella Sala Rosa. Ma fuori? Fuori c’è un’Italia che non sempre è Europa. E un’Europa che quasi mai è Mediterraneo.
Nessun commento:
Posta un commento