giovedì 28 aprile 2016
Migranti: cent'anni dopo la Grande Guerra, scontro al Brennero tra Italia e Austria
Scritto per Il Fatto Quotidiano del 28/04/2016
Cent’anni dalla Grande Guerra; e siamo ancora lì, noi e gli austriaci, che vogliono tirare su barriere al Brennero e mandare l’esercito a proteggere i confini. Echi anacronistici d’un tempo perduto? Sì, se l’inefficienza dell’Unione nel gestire il flusso dei migranti e la virulenza dei populismi xenofobi non dessero concretezza ai fantasmi.
Di ritorno dal G5 di Hannover, dove ha giocato al Grande Leader, seduto con la Merkel, Hollande e Cameron ad ascoltare il presidente Obama che dava lezione d’integrazione e di solidarietà, Renzi si ritrova ad affrontare la grana del Brennero, politicamente peggiorata dai risultati del primo turno delle presidenziali austriache, dove gli xenofobi hanno avuto un largo successo e i partiti di governo non hanno fatto insieme un quarto dei voti.
Sotto pressione, la coalizione al potere a Vienna, popolari e social-democratici, insiste a inseguire gli xenofobi sul loro terreno e porta avanti la scelta della barriera al Brennero. Ieri, sono stati presentati piani e disegni: il progetto dovrebbe essere operativo a giugno. La frontiera tra Italia e Austria diventa, anzi ridiventa, un secolo dopo, un ventre molle di questa Europa, come Ventimiglia, Calais, Idomeni, Lampedusa, Lesbo.
Renzi dice: “Così si violano sfacciatamente le regole'” dell’Unione e di Schengen, l’accordo che garantisce libera circolazione alle persone nell’Ue. Ma, in realtà, gli austriaci proprio al rispetto delle regole si richiamano: i controlli sui migranti devono avvenire alle frontiere esterne dell'Unione, con l’accoglienza di chi ha diritto all’asilo e il respingimento degli altri.
Il ripristino dei controlli al Brennero sarebbe proprio funzione delle carenze italiane: migranti che arrivano in Austria senza essere stati identificati e ‘gestiti’. Vienna è accomodante: “Tutto dipende – dice- dalla collaborazione italiana”. Roma nega lacune e inefficienze. Ma la pretesa austriaca d’effettuare loro controlli sul territorio italiano appare inaccettabile: “non ve n’è giustificazione”, dice il ministro degli Esteri Gentiloni, Oggi, a Roma, i ministri dell’Interno Alfano e Sobotka cercheranno un’intesa.
In un chiarimento, spera il commissario all’emigrazione Avramopoulos, che non è ben disposto verso l’Austria. L'Italia cerca sponde nell’Unione: ha appena presentato un pacchetto di proposte, fra cui la riforma del diritto di asilo, che hanno trovato buona accoglienza a Bruxelles, ma freddezza, almeno per quanto riguarda le modalità di finanziamento, a Berlino. Mentre le istanze dell’Austria echeggiano quelle dei Paesi dell’Europa dell’Est contrari all’accoglienza e pure quelle delle quinte colonne xenofobe presenti anche nei Paesi più inclini a un’azione europea, con Salvini che non ha ancora finito di inneggiare ai risultati elettorali austriaci ed è già a Filadelfia a stringere la mano a Trump, coppia ‘in pectore’ di presidente e premier di muro e di ruspa.
Naturalmente, i problemi s’intrecciano. Nell’Ue, maggio è il mese dei confronti sull’economia e già riaffiorano le tensioni sui conti tra Germania e Italia, tra l’Eurogruppo e la Grecia. La Bundesbank riapre la polemica della flessibilità, per la serie “chi e causa del suo debito pianga se stesso e non cerchi di scaricarlo sugli altri”. E migranti, Schengen ed asilo rischiano di passare in secondo piano: al Brennero nevica e le code dei tedeschi che scendono in vacanza al Sud sono lontane due mesi.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento