Trent’anni fa, il 23
maggio 1986, moriva Altiero Spinelli, uno dei padri dell’integrazione europea. In
questi giorni, federalisti ed europeisti lo ricordano e lo commemorano con una
serie d’iniziative, a Ventotene, l’isola dove fu confinato dal regime fascista
e concepì il suo Manifesto, a Roma e Milano e in una ventina d’Atenei italiani,
a Bruxelles e altrove in Europa.
Appuntamenti che non
sono peana all’Unione, ma sono l’occasione per discutere, in chiave critica, il
difficile momento dell’integrazione e rileggere la distanza tra la visione dei
padri dell’Europa e l’interpretazione e l’attuazione che ne danno i leader
odierni. E i giovani – lo vedremo – condannano le Istituzioni dell’Ue. Tra
difficoltà economiche e flussi dei migranti, l’Unione rantola alla ricerca d’un
respiro ideale che gli egoismi nazionali soffocano.
Proprio lunedì 23, almeno
venti sedi universitarie italiane e scuole ed enti culturali in tutto il Paese hanno
organizzato la lettura in contemporanea di brani politici e letterari di
Spinelli. Docenti, studenti e pubblico presente potranno seguire una video
intervista di Guy Verhofstadt, europarlamentare ed ex premier belga, animatore
dello Spinelli Group di Bruxelles, che conferma l'importanza e l'attualità europee
del messaggio spinelliano.
L'evento è organizzato
e coordinato dalla rete 'L'Università per l'Europa, Verso l'Unione politica', creata
dal professor Francesco Gui, e da Movimento Federalista Europeo e Gioventù
Federalista Europea, con l'ausilio del Consiglio Italiano per il Movimento
Europeo, dell'Istituto Affari Internazionali e dell'Associazione Universitaria
Studi Europei.
Le sedi universitarie
coinvolte sono La Sapienza Università di Roma, dove ci saranno il rettore,
professor Eugenio Gaudio, e l’ex presidente del Consiglio italiano, oggi giudice
costituzionale, Giuliano Amato, e le Università di Torino, Genova, Milano, Pavia,
Padova, Udine, Pisa, Bari – sede di Taranto -, della Calabria, della Tuscia e dell'Insubria.
Nel fine settimana,
federalisti ed europeisti si ritrovano a Ventotene per due giorni di dibattiti,
incontri, flash mob, visite all’ex carcere di Santo Stefano e al cimitero
comunale dov’è sepolto Spinelli. L’intera manifestazione va sotto il titolo “’La
via da percorrere non è né facile né sicura, ma deve essere percorsa e lo sarà’,
l’Unione europea trent’anni dopo Altiero Spinelli”.
Nello stesso clima di
ricordo, ma pure di proposta, s’è svolto in settimana a Roma e s’è poi ripetuto
a Lecce un ‘Processo all’Europa’ indetto dal Consiglio italiano del Movimento
europeo e imbastito a partire da capi d’accusa formulati dagli studenti dei
licei Tacito di Roma ed Alberti di Minturno sui temi della risposta europea al
fenomeno migratorio e alla minaccia terroristica e della mancanza d’attenzione
alla solidarietà: a fare da pm, gli studenti, mentre la difesa era affidata a
personalità dalla lunga esperienza politica europea.
Al termine del
dibattimento, la giuria popolare, composta da studenti e presieduta da Ugo
Ferruta, giudice di pace e vice-presidente del Movimento europeo internazionale,
ha condannato all’unanimità Consiglio europeo e Commissione europea (e pure, riconoscendole
delle attenuanti, l’Alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza
comune). Il Parlamento europeo è stato invece assolto.
A trent’anni dalla
morte di Spinelli, e a quasi 60 dalla firma a Roma il 25 marzo 1957 dei
Trattati delle Comunità europee, il messaggio resta forte, l’attuazione ha
perso slancio e convinzione, l’obiettivo s’è scolorito. E il referendum
britannico del 23 giugno sulla Brexit esprimerà un verdetto ben più pesante di
quello degli studenti romani e leccesi.
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