Scritto per www.GpNewsUsa2016.eu e Formiche.net il 28/05/2016
Ancora incidenti, a un comizio di Donald Trump: questa
volta, accade a San Diego, California, dove sono state arrestate decine di persone.
Migliaia di sostenitori e avversari dell’ormai certo candidato repubblicano
alla Casa Bianca si sono scontrati all'esterno del centro congresso, dov’era in
programma un comizio del magnate.
Il discorso dello showman, in vista delle primarie
nello Stato il 7 giugno, è stato interrotto, mentre fuori c’erano scontri tra
sostenitori e oppositori, nonostante le forze dell'ordine avessero stabilito zone
separate per ciascun gruppo. Dopo l'evento, la polizia ha chiesto che la folla
si disperdesse ed ha ordinato l'evacuazione della zona, ma molti sono rimasti
sul posto: di qui, almeno 35 fermi.
Le contestazioni così come le preoccupazioni dei
leader del Mondo non preoccupano Trump, che se la ride del twitter del capo gabinetto
del presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker: Martin Selmayr,
dal Giappone, dov’era riunito il Vertice del G7, aveva cinguettato "#G7
2017 con Trump, Le Pen, Boris Johnson, Beppe Grillo? Uno scenario orrendo che
dimostra come sia così importante combattere il populismo".
Oltre che dei Grandi, Trump si fa beffe dei rivali,
come il senatore del Vermont Bernie Sanders. Scherzando, dice in un comizio ad
Anaheim in California: "Rischiamo di correre contro il folle Bernie! E' un
pazzo, ma a noi piace la gente un po’ pazza"; poi aggiunge: “Ma io voglio
correre contro Hillary”.
Lo showman, che prima era incline ad accettare l’idea
d’un dibattito con Sanders, purché ne vengano “10/15 milioni da versare in
beneficienza contro le malattie delle donne” – detto a Bismarck, nel North
Dakota -, ora lo esclude per iscritto perché "sarebbe inappropriato dibattere
con un candidato che finirà secondo nelle primarie”.
Quanto ai contestatori, Trump riserva loro un
comportamento sprezzante. Quando un manifestante l’ha interrotto ad Anaheim, ha
detto: "Portatelo via, ma non fategli del male, anche se è una persona
cattiva”, precisando ironicamente: “Lo dico per le telecamere".
Se non lo toccano néle diffidenze dei leader del Mondo
né gli attacchi dei contestatori, le critiche degli intellettuali lo lasciano
indifferente. Eppure, gli scrittori americani si mobilitano lo stesso contro la
candidatura di Trump alla presidenza. Oltre 450 autori famosi, compresi 10
premi Pulitzer, firmano una lettera aperta contro il magnate, poi divenuta una
petizione online. Tra i firmatari, ci sono Stephen King, Ha Jin, Rita Dove, Amy
Tan e Junot Diaz.
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