Scritto per www.GpNewsUsa2016.eu e Formiche.net il 26/05/2016
Mentre Donald Trump s’appresta ad annunciare d’avere ormai
raggiunto quota 1237 delegati, cioè la maggioranza assoluta di quelli in palio,
con la garanzia aritmetica della nomination repubblicana, la decisione del
senatore del Vermont Bernie Sanders di restare in corsa contro Hillary Clinton,
nonostante non abbia più speranze di ottenere la nomination democratica, si
rivela sempre più dannosa per l’ex first lady: da una parte, le impedisce di concentrare
l’attenzione e le spese contro Trump; dall’altra, ne evidenzia le debolezza.
L’aggressività di Sanders, più popolare della sua
rivale fra i giovani, le donne, i bianchi, condiziona Hillary, che deve
condurre una campagna strabica, preoccupata di rintuzzare gli attacchi da
destra e populisti di Trump, l’ ‘arcinemico’, ma anche quelli da sinistra e liberal del ‘compagno
di squadra’.
Così, mentre Trump appare sulla cresta dell’onda e trasforma
in voti dell’anti-politica anche le gaffe e le volgarità, la Clinton è ora
sulla difensiva nei confronti di Sanders anche in California, dove, fino a
qualche tempo fa, aveva un vantaggio nettissimo. Secondo un sondaggio del
Public Policy Institute, l’ex first lady è avanti di appena due punti, 46% a
44%, tra i probabili elettori democratici, in vista delle primarie del 7
giugno.
In realtà, a Hillary basta aggiudicarsi meno della
metà dei delegati del Golden State per raggiungere a sua volta la certezza aritmetica
della nomination democratica, ma è chiaro che un’altra sconfitta, nello Stato
più popoloso dell’Unione, minerebbe ulteriormente la sua credibilità e la sua
solidità.
Sanders, del resto, non dà tregua, nonostante il
partito non nasconda il nervosismo (ma il senatore, che si autodefinisce ‘socialista’,
agisce da indipendente). Parlando a San Bernardino, in California, s’è
presentato come l’uomo giusto per battere Donald Trump, che – ha detto – “non
diventerà presidente”. Il senatore sta girando la California in lungo e in
largo e sostiene: "Abbiamo l'energia e l'entusiasmo per vincere”.
In un’intervista alla Ap, Sanders, che ha sfidato
Hillary a un ennesimo dibattito, che l’ex first lady non ha accettato, prevede
che la convention democratica di Filadelfia a fine luglio possa diventare un “caos”,
perché "la democrazia non è sempre cordiale, tranquilla e gentile":
"La democrazia è caos. Ogni giorno, la mia vita è caos -‘mess’, in inglese-. Se volete che tutto
sia tranquillo e ordinato, che le cose procedano senza un dibattito vigoroso,
questa non è democrazia".
Il senatore ha condannato i disordini e la violenza
dei suoi sostenitori alla convention del Nevada, ma ha aggiunto che la sua
campagna accoglie i nuovi arrivati, gente che partecipa per la prima volta a
riunioni politiche. Il partito democratico, ha ammonito, deve scegliere se
diventare più inclusivo o mantenere lo status quo: "Se prenderanno la decisione
giusta e apriranno le porte a lavoratori e giovani e creeranno il genere di
dinamismo di cui ha bisogno il partito, ci sarà caos".
A imbarazzare (un po’) Hillary, c’è anche la notizia che il governatore democratico della Virginia Terry McAuliffe, un ‘clintoniano di ferro’, è indagato per la sospetta violazione delle leggi federali sul finanziamento delle campagne elettorali. L'indagine, fatta da Fbi e Dipartimento della Giustizia, riguarda l’elezione a governatore di McAuliffe, ma al vaglio degli investigatori c'è anche, secondo la Cnn, il periodo in cui il politico era nella Clinton Global Initiative, legata alla Fondazione Clinton creata dall'ex presidente Bill Clinton e dall'ex first lady. (fonti vv – gp)
A imbarazzare (un po’) Hillary, c’è anche la notizia che il governatore democratico della Virginia Terry McAuliffe, un ‘clintoniano di ferro’, è indagato per la sospetta violazione delle leggi federali sul finanziamento delle campagne elettorali. L'indagine, fatta da Fbi e Dipartimento della Giustizia, riguarda l’elezione a governatore di McAuliffe, ma al vaglio degli investigatori c'è anche, secondo la Cnn, il periodo in cui il politico era nella Clinton Global Initiative, legata alla Fondazione Clinton creata dall'ex presidente Bill Clinton e dall'ex first lady. (fonti vv – gp)
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