Scritto per EurActiv.il il 12/03/2015 e per Metro del 13/03/2015
Attenta!, Grecia. Attento!,
Tsipras. Avanti così, andate a sbattere: contro la Germania, ma pure contro
tutta l’Unione. Che già finora, a fare un po’ la voce grossa e un po’ orecchie
da mercanti, non avete ottenuto nulla, se non una risibile, sul piano concreto,
variazione del vocabolario europeo: l’abolizione della parola ‘troika’
sostituita dalle ‘istituzioni competenti’, oppure – ultima versione - dal
‘gruppo di Bruxelles’, composto -guarda caso!- da Commissione europea, Banca
centrale europea e Fondo monetario internazionale, cioè la ‘banda dei tre’ della
‘troika’.
La ricorrente
evocazione/rivendicazione da parte del premier greco delle riparazioni di
guerra dovute dalla Germania alla Grecia avvelena la trattative tra Atene e i
suoi creditori, riprese mercoledì. A inizio settimana, l’Eurogruppo aveva
ammonito ‘Basta fare melina e perdere tempo’, due settimane dopo il faticoso
compromesso con cui i Paesi dell’Eurozona concedevano alla Grecia un’estensione
di quattro mesi del programma di aiuti in atto, in cambio di riforme concrete
che, finora, però, il governo Tsipras -sinistra radicale e nazionalisti- non ha
presentato.
L’obiettivo,
a parole condiviso, è concludere il programma di aggiustamento economico in
atto ed erogare nuovi aiuti. L'intesa
dev’essere trovata presto, per sbloccare il pagamento entro fine aprile di 7,2
miliardi così da riuscire a fare fronte alle prossime scadenze. E il ministro
dell’Economia Varoufakis assicura: “Per ora, abbiamo solo fatto qualche
esempio. Adesso, negoziamo sul serio”.
Condiscendenti a Bruxelles,
Tsipras e i suoi ministri rivoltano la frittata ad Atene, dove la gente che li
ha votati rimprovera loro di non ottenere nulla. Così, martedì il premier era tornato a chiedere
riparazioni di guerra alla Germania; e mercoledì il ministro della Giustizia Paraskevopoulos s’è detto pronto
a firmare un decreto che permetterebbe l’esproprio di proprietà tedesche in
Grecia.
La
mossa giusta per incoraggiare investimenti tedeschi e ammorbidire le diffidenze
della Germania verso la Grecia. Senza contare che le orecchie potrebbero
fischiare pure all’Italia, che partecipò, anzi lanciò l’invasione della Grecia
nella Seconda Guerra Mondiale. A Berlino, la
Cancelleria fa notare che “la questione dei danni di guerra è stata politicamente e legalmente
risolta tempo fa”, roba vecchia di ben oltre mezzo secolo. Ma la stampa tedesca
è molto meno distaccata: Tsipras è più bravo a farsi nemici che amici.
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