2015/03/05 - Le ‘primarie di Goldman Sachs’ sono
quelle che i due attuali battistrada nella corsa alla nomination democratica e
repubblicana, Hillary Rodham Clinton e Jeb Bush, stanno discretamente –ma
neppure troppo- disputando in questi giorni: obiettivo, accaparrarsi i favori
(e, quindi, i finanziamenti) della banca di Wall Street. Secondo Politico.com, queste
sono le primarie che contano, più ancora della conta dei voti che comincerà a
gennaio: senza soldi in cassa, infatti, non si va lontano sulla strada della
Casa Bianca. Hillary, che mira a raccogliere più finanziamenti per la sua
campagna di quanti non riuscì a metterne insieme Barack Obama, ha –lei
personalmente e il marito Bill- un rapporto di lunga data con i responsabili di
Goldman Sachs, mentre Jeb li sta corteggiando con una serie di visite a New
York. Ieri, ha prima partecipato a un evento al Ritz Carlton organizzato da
Dina Powell, che guida la Goldman Sachs Foundation e che lavorò alla Casa
Bianca con George W. Bush, fratello dell’ex governatore della Florida, ed è poi
intervenuto a un evento curato da Jim Donovan, un dirigente della banca, nel
2012 fra i principali sostenitori di Mitt Romney. Charles Geisst, storico di
Wall Street al Manhattan College, commenta: "A Goldman Sachs piace giocare
sui due i fronti, in particolar modo in questo caso, perché entrambi i
candidati, Bush e Clinton, potrebbero in definitiva rivelarsi utili”. (dispacci
d’agenzie – Gp)
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