Scritto per Il Fatto Quotidiano dello 09/09/2013
Si sa che, più che dai nemici, ti devi guardare dagli amici.
Stavolta, però, dagli amici non tuoi, ma dei nemici: parlando alla Cbs, il
presidente siriano Bashar al-Assad avverte che gli amici della Siria, le
milizie libanesi di Hezbollah e l'Iran, compiranno rappresaglie, se dovesse
scattare l’attacco contro Damasco. E l’obiettivo potrebbero essere Israele o
interessi americani nel Medio Oriente.
Al-Assad aggiunge che i raid Usa potrebbero sì diminuire
l’efficienza delle sue truppe, ma, così facendo, avvantaggerebbero le schegge
di al Qaida fra i ribelli. E il presidente insiste: non c’è prova che io abbia
ordinato l’uso di gas contro i civili il 21 agosto. Ma il NYT rivela che la Siria ne ha le maggiori
riserve al Mondo.
Ancora in Europa, il segretario di Stato Usa John Kerry non
fa marcia indietro, di fronte alle minacce siriane. Anzi, alza il tiro:
l’azione punitiva degli Stati Uniti avrebbe anche valenza di messaggio
all’Iran, perché non porti avanti progetti nucleari a fini militari. Però,
Kerry lascia pure intendere che Washington potrebbe attendere di conoscere i
risultati dell’indagine dell’Onu sulla strage del 21 agosto: una concessione
alla Francia e all’Europa.
Mentre un incidente in Afghanistan ricorda la tragicità
della guerra –aerei Nato centrano un veicolo e uccidono 10 fra donne e bambini
(l’Isaf nega, tutti talebani)-, papa Francesco prosegue il pressing pacifista e
afferma che i conflitti servono al commercio delle armi, più che alla
giustizia. “Caino rinasce in ogni guerra”, dice; e aggiunge: “E’ possibile
trovare una via diversa”.
A Washington, il presidente Obama combatte, a colpi
d’interviste, una raffica, la battaglia col Congresso per ottenerne l’avallo ai
raid. La Cnn
calcola che vi sia una maggioranza d’indecisi fra deputati e senatori e
pronostica un no all’attacco. Il capo dello staff di Obama, Denis McDonough,
non chiarisce se il presidente ordinerà i raid senza l’ok del Congresso, ma
afferma che è presto per avere certezze sulle decisioni di deputati e senatori.
Il Congresso torna a riunirsi oggi, dopo la pausa estiva, e
potrebbe votare in settimana, dopo il discorso alla Nazione domani sera del
presidente Obama –parlerà alle 21.00 locali, le 03.00 del
mattino di mercoledì da noi-. Falchi, colombe e isolazionisti fanno, per motivi
diversi, la fronda ai progetti d’attacco dell’Amministrazione, sulla cui
portata e durata continuano a circolare indicazioni contraddittorie, da pochi
giorni a diverse settimane.
Per contrare l’impatto delle parole di al-Assad, la Casa Bianca fa sapere
di avere pronti “piani per fare fronte a ogni eventualità", anche
rappresaglie contro “Paesi amici” nell’area, cioè Israele. Che rafforza le
difese aeree installando a Gerusalemme una seconda batteria anti-missile del
sistema ‘Iron Dome’, la ‘cupola di ferro’ che protegge lo Stato ebraico. E Mosca accelera i preparativi per evacuare i russi da Damasco.
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