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giovedì 19 settembre 2013

Visti dagli Altri: qualunque cosa accada, Mr B resterà

Scritto per il blog de Il Fatto il 19/09/2013

Lo scrivono tutti, molti quasi con un senso d’angoscia: “Qualunque cosa accada, Silvio Berlusconi resterà in politica “ (Le Monde). E se ce l’hanno loro, il senso d’angoscia, figuriamoci noi! Da tutta la saga del voto in giunta e del video di ieri, la stampa estera ricava soprattutto questo messaggio e fa questa sintesi: il Cavaliere “non getta la spugna e resta” (El Pais, Les Echos, El Mundo, etc etc), anche se la sua espulsione dal Senato è più vicina.

La stampa anglosassone è - come da luogo comune - più fredda e distaccata: “Berlusconi promette di continuare a guidare l’Italia, nonostante la condanna” (FT), dove quel ‘promette’ –lo usano pure The Independent e Bbc - stride come una minaccia; ma “fa un passo indietro sulla crisi di governo”. The Guardian è colpito da “tono di sfida”, The Times dal riferimento alla cospirazione di sinistra.

Il video non piace a nessuno: questione di contenuti e pure di regia, con lo sguardo fisso in camera e un contesto ieratico – solo la Bbc lo giudica “emotivo” -. Però. qualcuno un po’ di propaganda se la beve. Sentite il WSJ, spesso non severo nel giudicare il Cavaliere: “Sempre uomo di spettacolo imprevedibile, Berlusconi utilizza lo strumento televisivo per rivendicare con aria di sfida il suo posto di rilievo al centro della politica italiana. Forse, però, è quello che non ha detto che fa più rumore: non una volta fa menzione della minaccia di fare cadere il fragile governo di coalizione”.

Lo spagnolo Abc giudica che l’ex premier sia “tornato a interpretare il suo miglior ruolo, quello di se stesso” –altre volte, però, l’ha fatto con più efficacia-. Il francese Le Figaro lo considera ancora capace di “infiammare la politica italiana”.

Tutti sono convinti che Berlusconi, alla fine, sarà escluso dal Senato. E quasi tutti ritengono che, nonostante il passo indietro di fronte alla crisi, alla fine la crisi ci sarà. Anzi, Der Spiegel sostiene che “la crisi del governo non è mai finita e una crisi di governo è ancora possibile”: cioè, si litiga sempre e prima o poi si rompe.

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