P R O S S I M A M E N T E

Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore - Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore - Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore

martedì 3 settembre 2013

Siria: le tappe del percorso per evitare l'attacco

Scritto per Il Fatto Quotidiano dello 03/09/2013

La pausa di riflessione decisa dal presidente Obama nella crisi siriana dà una tregua alle armi e apre le cateratte dei discorsi: parlano tutti o quasi, ma, fin quando si parla, almeno non si spara, anche se, di quello che ancora succede sul terreno, s’è un po’ persa la misura. E finisce che le voci del cattivo di turno, il presidente al-Assad, e del buono per antonomasia, il papa, si sovrappongono e a tratti coincidono. “Mai più la guerra”, twitta Francesco, mentre il Vaticano nota che l’intervento armato non è una soluzione e comporta rischi di guerra mondiale. In un’intervista a Le Figaro, al-Assad ricorda che 'il Medio Oriente è una polveriera” e che un attacco contro la Siria innesca “il rischio d’una guerra regionale”.

L’intreccio delle parole fa velo alle manovre della diplomazia, mentre la portaerei Nimitz fa rotta verso il Mar Rosso e una nave da ricognizione russa entra nel Mediterraneo, a prova che il conflitto non è sventato. Il presidente siriano giudica “illogiche” le accuse mossegli di avere usato il sarin contro la propria gente. Il ministro degli esteri russo Lavrov gli dà una mano: per lui, le prove che Usa e Francia hanno mostrato non sono convincenti.

Anche l’Italia contribuisce al coro. I ministri degli esteri Bonino e della difesa Mauro sono allineati: la decisione di Obama di sentire il Congresso “è il trionfo della democrazia”; e il colpo di freno sull’attacco, che “aiuterebbe al Qaida”, è benvenuto e può facilitare una soluzione politica. Invece, il premier Letta insiste che il ricorso ai gas “non può restare impunito”.

Il percorso dei prossimi giorni è tracciato. Domani, il 4, l’Assemblea nazionale francese discute (ma non vota). Giovedì e venerdì, il 5 e 6, il Vertice del G20 si riunisce a San Pietroburgo: la Siria sarà certo evocata, anche nei bilaterali. Lunedì prossimo, il 9, torna al lavoro il Congresso americano: non è affatto detto che avalli l’azione. E, prima o poi, gli ispettori dell’Onu daranno i risultati dell’indagine in loco: Ban Ki-moon chiede il rapporto “presto”, ma non ci sono scadenze. Si lavora a resuscitare, nel frattempo, la conferenza di pace, la cosiddetta Ginevra 2.

In questo percorso, s’inserisce la giornata di digiuno e di preghiera indetta per sabato, il 7, dal papa. La Bonino è pronta a digiunare con Francesco; quanto a pregare, in visita a Tunisi il ministro dice: “Ci sono preghiere laiche cui tengo tantissimo".

Venti di guerra, venti di pace. Comunque tirino, i costi della benzina vanno su, mentre le borse si rinfrancano dopo una settimana in rosso. Magari, il 7, digiunassero i petrolieri.

Nessun commento:

Posta un commento