Dopo la strage di donne e bambini nella scuola dell’Onu a
Beit Hanoun, e quando ormai il conflitto contagia la CisGiordania, l’accelerazione
diplomatica statunitense arriva a un passo dalla tregua nella striscia di Gaza,
ma s’infrange, almeno per il momento, davanti al no di Israele, che, a sera,
concede solo uno stop umanitario di 12 ore –dalle 07.00 di oggi, giorno della
fine del Ramadan-.
Forte del mandato conferitogli dal presidente Obama, il
segretario di Stato Usa John Kerry ottiene un consenso di massima da Hamas,
seppure condizionato, ma non convince Israele: il premier Netanyahu sarebbe pronto
ad accattare, anche perché gli obiettivi dell’offensiva sarebbero già stati in
parte centrati, ma il consiglio di gabinetto mette paletti a una tregua più
consistente.
Pure il leader di Hamas Khaled Meshaal fa richieste
aggiuntive: ad esempio, il rilascio dei detenuti.
Tutto ciò avviene al 18° giorno di combattimenti tra israeliani
e Hamas: le vittime palestinesi sono almeno 815, in gran parte civili; quelle
israeliane 35, di cui 33 soldati -l'ultimo caduto ieri mattina-, più un
bracciante thailandese.
Nelle ultime ore, Kerry ha avuto contatti con tutte le parti
dell’area vicine ad Hamas, ha visto e rivisto gli egiziani e il segretario
generale dell’Onu Ban Ki-moon. Intanto, il ministro degli Esteri turco Davutoglu è in Qatar, dopo
una telefonata con Kerry e colloqui con responsabili palestinesi che della
Turchia si fidano più che dell’Egitto. Scopo della missione nel Qatar, la
possibile tregua tra Israele e Hamas.
La bozza di accordo proposta dagli Stati Uniti prevede una
settimana di stop ai combattimenti, durante la quale lavorare a un’intesa più duratura
e comprensiva. Nella settimana di sospensione delle ostilità, l'Esercito israeliano
rimarrebbe nella Striscia per continuare a localizzare e distruggere i tunnel
–e ciò non piace ai palestinesi-. Una volta entrato in vigore il cessate-il-fuoco
ampliato, Israele e Hamas dovrebbero trattare al Cairo un accordo più vasto,
politico ed economico.
La
mediazione sarebbe egiziana, ma Onu, Usa ed Ue si farebbero garanti con
entrambe le parti che le trattative riguarderanno temi essenziali: per Israele,
disarmo dei razzi di Gaza e smantellamento dei tunnel; per Hamas, fine del
blocco, estensione dei diritti di pesca, riparazione dei danni subiti nei raid
e nelle incursioni.
Se le cronache da Gaza sono da tregenda - l'Organizzazione
mondiale della Sanità chiede di potere evacuare i feriti e far entrare beni di
prima necessità-, la tensione è altissima pure in Cisgiordania. Almeno 5 palestinesi
sono stati uccisi in 48 ore tra Hebron e Nablus, dove un ragazzo di 18 anni è
stato vittima –pare- dei colpi di arma da fuoco sparati da una donna colono, la
cui auto era stata presa a sassate.
Due persone avevano perso la vita e 200 erano rimaste ferite,
alcuni gravemente, in scontri notturni tra giovedì e venerdì a Qalandiya,
durante una marcia di protesta tra Ramallah e Gerusalemme Est. Il corteo, partito dal
campo profughi di al-Amari, è stato il più grande dalla seconda Intifada Per la
radio militare israeliana, i dimostranti, circa 10 mila, hanno attaccato i
soldati con molotov e hanno anche sparato. I militari hanno risposto con
proiettili di gomma e veri e granate assordanti.
L'attacco
ai soldati è stato rivendicato dalle Brigate Al-Aqsa. Contemporaneamente, sulla
Spianata delle Moschee di Gerusalemme, dimostranti hanno appiccavano il fuoco a
una stazione di polizia.
Le
proteste sono coincise con il Laylat al-Qadr, la 'notte del Destino', l'ultimo
venerdì del Ramadan. Le fazioni palestinesi hanno
proclamato la 'Giornata della Collera' e la polizia ha vietato agli uomini sotto
i 50 anni di avvicinarsi alla moschea di al-Aqsa.
Ma Hamas rappresenta i Palestinesi al 100% ? non mi è chiaro.
RispondiEliminaE Netanyahu sarebbe stato messo in minoranza dal suo Consiglio di Gabinetto? Mmmmm.
Hamas rappresenta (quasi al 100%) i palestinesi della Striscia... Fatah la maggioranza di quelli della CisGiordania... Netanyahu gioca sui due tavoli e non si lascia mai isolare...
Elimina