Il mondo ha di nuovo due gendarmi. Uno buono, che da sei anni s’arrovella per fare le cose giuste – spesso, senza riuscirci - e non se lo fila più nessuno. E uno cattivo, che azzecca le cose sbagliate e, dopo cinque anni di castigo, fa paura a tutti. Il primo è Obama: si presenta al G20 con un assegno da tre miliardi di dollari per il fondo dell’Onu per i Paesi più esposti ai cambiamenti climatici e manco ci s’accorge che ci sia.
Il secondo, Putin, arriva a Brisbane con il biglietto da visita di aerei da
guerra che sorvolano Ucraina e Paesi della Nato e che potrebbero tornare a
volare sul Golfo del Messico –come al
tempo della crisi dei missili a Cuba-; e con la scorta di quattro navi da guerra
nel Golfo del Queensland. Snobba pure la richiesta di chiarimenti dei padroni
di casa, e presidenti di turno dell’incontro, sull’aereo di linea malese
abbattuto sull’Ucraina dai ribelli filo-russi –a bordo, molti gli australiani-.
Che il personaggio del G20 sia Putin, e non Obama, lo conferma il fatto
che tutti vogliono fare sapere che lo incontreranno: il premier Renzi lo vedrà
in una pausa dei lavori, alle 13 locali; ed anche la cancelliera Merkel avrà un
bilaterale. Vladi e Barack si sono già visti al Vertice dell’Apec, a Pechino,
all’inizio della settimana: una pacca sulle spalle a 0 per il russo,
l’americano ammaccato. Il mondo alla rovescia!
Putin non intende abbassare i toni e allentare la tensione con i partner.
La Nato denuncia decine d’intercettamenti in poco tempo; Mosca annuncia che i suoi bombardieri
strategici a lungo raggio effettueranno missioni di pattugliamento in prossimità
dello spazio aereo statunitense. Washington la prenderà male: una provocazione,
un atto ostile. Il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, dice che
"alla luce della situazione attuale abbiamo bisogno di garantire la nostra
presenza militare nell'Atlantico occidentale, nel Pacifico orientale, nelle
acque caraibiche e del Golfo del Messico". Ai quattro angoli del Pianeta.
Nel 1991, dopo il
crollo dell'Urss, Mosca sospese i voli dei bombardieri a lungo raggio, i vecchi
ma affidabili Tu-95 Bear (con un'autonomia di 15.000 km) e i supersonici Tu-160
Blackjack (capaci di coprire 12.300 km), salvo riprenderli per ordine di Putin
nel 2007. Ogni velivolo può trasportare ordigni atomici.
L’annuncio di Shoigu
pare uno sberleffo al segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, che rilascia
interviste a raffica per dire che Putin “ha chiaramente violato gli accordi
sulla tregua e ha nuovamente leso
l'integrità dell'Ucraina": "Abbiamo osservato che la Russia ha
portato in Ucraina armi, materiale bellico, artiglierie, carri e missili".
E i caccia russi intercettati nei cieli europei, già un centinaio quest’anno,
tre volte di più che l’anno scorso, costituiscono un rischio “per il traffico
aereo civile”, perché "volano senza transponder e non comunicano con la
sicurezza aerea”.
Che fai?, con uno
così: gli applichi delle sanzioni? Lunedì, a Bruxelles, i ministri degli esteri
dei 28 discuteranno se ampliare le misure contro Mosca. Con qualche tracotanza,
Putin li anticipa: calcola che costeranno fino a 1000 miliardi di euro, non
alla Russia, ma all’Ue, per via delle contromisure di Mosca, che già colpiscono
l’export agro-alimentare europeo –e in particolare italiano-.
A Brisbane ci sono pure cinesi ed europei. Ma i primi si nascondono, come
sempre; e i secondi stanno a leccarsi le ferite della crisi e vorrebbero
parlare d’economia: in agenda c’è un piano d’azione per la crescita, ma pare
una minestra riscaldata. Putin salva il formato del G20 –“utile”-, ma punta il
dito contro gli americani, “inadempienti”. Le sanzioni? “Sono illegali, ma non
intendo porre il problema”.
Il Vertice diverte e irrita. 'Benvenuti
in Paradiso' è il titolo a tutta pagina di un quotidiano locale, che monta in
prima foto di Obama in costume da bagno e della Merkel che abbraccia un koala.
Immagini che però stridono con quelle di una città ‘blindata’, sorvolata dagli
elicotteri e traversata da manifestazioni d’ogni sorta, per i diritti umani,
anche degli aborigeni, per l’ambiente e il clima, contro la povertà. Se la
prendono con il gendarme buono; e (quasi) nessuno contesta quello cattivo.
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