Scritto per www.GpNewsUsa2016.eu il 18/11/2014
18/11/2014 - Ipotesi liberal, probabilmente troppo, in funzione anti-Hillary, in vista della corsa alla nomination democratica per Usa2016: chiacchiere, per il momento. Bill de Blasio, il sindaco di New York, italo-americano, moglie nera, potrebbe scendere in campo: la sua vittoria elettorale nella Grande Mela fu larghissima, ma le sue performances come primo cittadino non fanno l’unanimità. Il presidente del partito repubblicano di New York, Ed Cox, quindi un avversario, pensa che de Blasio abbia le carte in regola per mettere fuori gioco Hillary Clinton: "E' come Barack Obama – spiega sul New York Post Cox, genero dell'ex presidente Richard Nixon - Lui era un giovane senatore, fresco di politica, ha corso e ha vinto. Credo che de Blasio lo farà". In realtà, quello di Cox è forse un auspicio: alle presidenziali, De Blasio sarebbe un candidato più facile da battere di Hillary, che occupa di più il centro dello schieramento politico. Secondo l'International Business Times, de Blasio riscuote ampi consensi tra le minoranze: il 65% dei neri e il 55% degli ispanici approva il suo operato, mentre solo il 36% dei bianchi lo sostiene.
18/11/2014 - Ipotesi liberal, probabilmente troppo, in funzione anti-Hillary, in vista della corsa alla nomination democratica per Usa2016: chiacchiere, per il momento. Bill de Blasio, il sindaco di New York, italo-americano, moglie nera, potrebbe scendere in campo: la sua vittoria elettorale nella Grande Mela fu larghissima, ma le sue performances come primo cittadino non fanno l’unanimità. Il presidente del partito repubblicano di New York, Ed Cox, quindi un avversario, pensa che de Blasio abbia le carte in regola per mettere fuori gioco Hillary Clinton: "E' come Barack Obama – spiega sul New York Post Cox, genero dell'ex presidente Richard Nixon - Lui era un giovane senatore, fresco di politica, ha corso e ha vinto. Credo che de Blasio lo farà". In realtà, quello di Cox è forse un auspicio: alle presidenziali, De Blasio sarebbe un candidato più facile da battere di Hillary, che occupa di più il centro dello schieramento politico. Secondo l'International Business Times, de Blasio riscuote ampi consensi tra le minoranze: il 65% dei neri e il 55% degli ispanici approva il suo operato, mentre solo il 36% dei bianchi lo sostiene.
Papa Francesco farà irruzione nella campagna elettorale
18/11/2014 - Papa Francesco farà un’irruzione
nella campagna elettorale per le presidenziali 2016 negli Stati Uniti, quando -nel
settembre del 2015- parteciperà all'Incontro Mondiale delle Famiglie, in
programma a Filadelfia dal 22 a 27. A quell'epoca, le corse alla nomination
democratica e repubblicana saranno alle battute d’avvio: si staranno definendo
gli schieramenti di partenza, anche se mancheranno ancora quattro mesi alle
prime primarie di inizio gennaio nello Iowa. La missione negli Usa è stata confermata
dallo stesso Pontefice, aprendo oggi il convegno sulla famiglia organizzato in
Vaticano dall'associazione Humanum. Papa Francesco non ha precisato le altre
tappe del suo viaggio, ma sembra probabile che il partecipi all'Assemblea
generale delle Nazioni Unite, che sarà in corso proprio in quei giorni, al
Palazzo di Vetro di New York. Il Pontefice potrebbe pure compiere un
pellegrinaggio al Santuario di Nostra Signora di Guadalupe, a Città del
Messico. I temi della famiglia potrebbero essere focali nelle primarie, specie
in campo repubblicano, dove aspiranti alla nomination più tradizionalisti
potranno contrapporsi ad altri più attenti ai diritti civili.
G20: Obama,
non ci prendiamo sulle spalle l’economia mondiale
2014/11/17 - Il G20 di Brisbane si chiude fissando l’obiettivo di una crescita del 2,1% media nel 2018; e ci sono pure passi avanti dichiarati sulla lotta all’evasione fiscale e alla corruzione e impegni contro l’ebola e il riscaldamento globale. Tutti d’accordo, su questi punti, i Venti Grandi; e ci mancherebbe altro, perché le conclusioni del Vertice sanno di acqua fresca. Per concordare le quali non c'era forse bisogno di fare un viaggio in Australia e di passare due giorni a chiamarsi per nome, ad ostentare amicizia.Il Vertice è movimentato, ma più dalle tensioni sull’Ucraina che dalle preoccupazioni per l’economia. E il presidente americano Barack Obama torna a casa, dopo una settimana ‘all’estero’, tra Cina, Birmania e Australia, con un sapore ucraino di Guerra Fredda e dopo avere avvertito i partner che gli Stati Uniti non possono portare “l’economia globale sulle proprie spalle”. La riunione in Australia, sabato e domenica, è l’occasione di un intreccio di bilaterali. Il premier italiano Matteo Renzi riscontra grande sintonia col presidente americano: superare la logica del rigore e dell’austerità, mettere l’accento sulla crescita e sugli investimenti per rilanciarla, fare pressing sulla cancelliera tedesca AngelaMerkel perché l’Unione europea cambi rotta. Renzi è fra i fautori più vocali di una politica dicrescita, lui che rappresenta l’unico Paese fra i Venti Grandi inrecessione-13 trimestri, oltre 4 anni, di pil negativo, con un ritorno del potere d’acquisto degli italiani sui livelli 2000-. Il presidente russo Vladimir Putin ha scontri frontali sull’Ucrainacon molti leader occidentali e se ne va senza partecipare al pranzo finale.
2014/11/17 - Il G20 di Brisbane si chiude fissando l’obiettivo di una crescita del 2,1% media nel 2018; e ci sono pure passi avanti dichiarati sulla lotta all’evasione fiscale e alla corruzione e impegni contro l’ebola e il riscaldamento globale. Tutti d’accordo, su questi punti, i Venti Grandi; e ci mancherebbe altro, perché le conclusioni del Vertice sanno di acqua fresca. Per concordare le quali non c'era forse bisogno di fare un viaggio in Australia e di passare due giorni a chiamarsi per nome, ad ostentare amicizia.Il Vertice è movimentato, ma più dalle tensioni sull’Ucraina che dalle preoccupazioni per l’economia. E il presidente americano Barack Obama torna a casa, dopo una settimana ‘all’estero’, tra Cina, Birmania e Australia, con un sapore ucraino di Guerra Fredda e dopo avere avvertito i partner che gli Stati Uniti non possono portare “l’economia globale sulle proprie spalle”. La riunione in Australia, sabato e domenica, è l’occasione di un intreccio di bilaterali. Il premier italiano Matteo Renzi riscontra grande sintonia col presidente americano: superare la logica del rigore e dell’austerità, mettere l’accento sulla crescita e sugli investimenti per rilanciarla, fare pressing sulla cancelliera tedesca AngelaMerkel perché l’Unione europea cambi rotta. Renzi è fra i fautori più vocali di una politica dicrescita, lui che rappresenta l’unico Paese fra i Venti Grandi inrecessione-13 trimestri, oltre 4 anni, di pil negativo, con un ritorno del potere d’acquisto degli italiani sui livelli 2000-. Il presidente russo Vladimir Putin ha scontri frontali sull’Ucrainacon molti leader occidentali e se ne va senza partecipare al pranzo finale.
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