Scritto per www.GpNewsUsa2016.eu e Formiche.net il 19/07/2016
Fuori, le proteste se le aspettavano
tutti. Dentro, i giochi parevano fatti – e lo sono – e tutto doveva andare
liscio per Donald Trump. E, invece, l’apertura a Cleveland della convention
repubblicana, che deve formalizzare la nomination del magnate a candidato alla
Casa Bianca, è stata caratterizzata da una vivace contestazione.
Mentre fuori dalla Quicken Loans Arena
sfilavano pacificamente sia i sostenitori sia gli oppositori dello showman,
dentro delegati repubblicani del movimento #NeverTrump, guidati dal senatore
dello Utah Mike Lee, scatenavano il caos, reclamando a suon di urla una
votazione nominale: l’obiettivo era ottenere "una clausola di
coscienza" per svincolare i delegati dall'appoggio a Trump.
Nove Stati lo hanno chiesto, ma tre hanno
poi fatto marcia indietro. La presidenza del partito ha dunque "ritenuto
insufficiente” - ha spiegato Steve Womack, deputato dell'Arkansas - il sostegno
alla richiesta. I delegati hanno così ratificato la piattaforma elettorale 2016,
nonostante le reticenze di quanti dalla platea continuavano a gridare
"no" e “vergogna, vergogna”, rintuzzati dai sostenitori del magnate.
L’episodio evidenzia la spaccatura nel
partito, che fatica ad unirsi dietro Trump per sconfiggere Hillary Clinton nell’Election
Day l’8 novembre. La convention,
che durerà quattro giorni, è stata proclamata aperta da Reince Priebus, capo
del comitato nazionale del partito repubblicano, davanti ai 2.472 delegati.
Priebus ha chiesto a tutti i presenti un minuto di silenzio in memoria dei tre
poliziotti assassinati domenica a Baton Rouge, in Louisiana, e dei cinque
uccisi l'8 luglio a Dallas, in Texas.
Trump ha fatto la prima comparsa quando ha
introdotto alla tribuna degli oratori la moglie Melania, una ex modella di
origini slovene, più giovane di lui di 24 anni. Il magnate non ha così rispettato
una tradizione che vuole il candidato in scena solo a chiusura della convention,
per il discorso d’accettazione della nomination.
L'ingresso dello showman è stato
trionfale: è apparso in contro luce, con effetto sfumato, sulle note dell'inno
dei Queen "We are the Champions". Poche le sue parole: "E' mio
grande onore presentare la prossima first lady degli Stati Uniti, mia moglie,
un'incredibile madre e una formidabile donna: Melania Trump … Vinceremo e alla
grande. Grazie a tutti".
"Sono davvero orgogliosa di mio
marito", ha esordito Melania, impeccabile nel suo abito bianco firmato
Roksanda. "Con tutto il cuore so che Donald farà una grande e duratura
differenza … Non si arrenderà mai e mai vi deluderà ... Lui sa come vincere. E,
se cercate qualcuno pronto a lottare per voi e il vostro Paese, lui è l'uomo
giusto".
Se Trump diventerà presidente, Melania
sarà la prima first lady americana non nata negli Stati Uniti dai tempi di John
Quincy Adams, che aveva sposato la britannica Louisa. Visibilmente emozionata,
con un accento straniero piuttosto marcato, l’ex modella non s’è limitata a
tratteggiare il carattere del marito che conosce da 18 anni: s’è presentata,
"Sono nata in Slovenia, un piccolo bellissimo Paese allora comunista
dell'Europa dell'Est”; s’è raccontata, “ho girato il mondo, lavorando duro
nell'incredibile arena della moda"; ha sottolineato l'orgoglio d’essere diventata
cittadina americana.
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