Scritto per Il Fatto Quotidiano del 30/08/2016
Un discorso senza errori, ma senza acuti. C’è quasi da dare
ragione a Donald Trump, che chiosa: "Una collezione di cliché e di retorica
riciclata". Hillary Clinton chiude la convention democratica, accettando
la nomination alla Casa Bianca e impegnandosi ad agire, se sarà eletta, per
unire l’America e non per dividerla, come – è esplicito - fa invece Trump,
candidato repubblicano.
Le due convention sono ormai storia, anzi cronaca scaduta:
di qui all’Election Day, l’8 Novembre, restano cento giorni esatti. Agosto se
ne andrà sotto traccia, con i candidati a caccia di finanziatori più che di
elettori. Poi, dal Labour Day, il Primo Maggio Usa, quest’anno il 5 Settembre, si
entrerà negli ultimi due mesi decisivi di questa campagna maratona, che, per
Hillary e Donald, sarà durata, a conti fatti, quasi 18 mesi.
Introdotta sul palco del Wells Fargo Center, dopo
un’esibizione di Kate Perry, dalla figlia Chelsea, che l’ha presentata come
“una lottatrice che non s’arrende”, la Clinton ha sfornato frasi fatte, come
“Siamo alla resa dei conti" e "Siamo più forti se uniti". L’ex
first lady, mamma e nonna, era vestita di bianco, Chelsea di rosso: lo sfondo
blu completava i colori della bandiera americana, ripetuti dalle migliaia di
palloncini piovuti sul palco nel tripudio finale.
Le due convention e i discorsi finali sono stati specchio
fedele dei due candidati. Hillary non dice una parola fuori posto, ma non scalda
i cuori; simula un’empatia che non prova con il suo pubblico; e dissimula,
senza magari mentire in modo esplicito. Trump è un fiume in piena che le spara
grosse a ogni capoverso e che sbandiera la sua contestazione del politically
correct per nascondere, dietro il paravento della franchezza, la banalità delle
idee e la genericità delle affermazioni, quando non sono pure e semplici balle.
Se Trump è corrosivo, il presidente Barack Obama, che
mercoledì sera aveva dato il suo appoggio all’ex first lady, presentandola come
suo successore, commenta: "Grande discorso. E’ esperta. E' pronta. Non si
arrende mai. Ecco perché Hillary deve essere il nostro prossimo
presidente". A ore, sapremo dai sondaggi se l’effetto convention ha
rilanciato la Clinton in testa alla corsa, dopo che Trump aveva goduto la
settimana scorsa dello slancio della kermesse repubblicana ... di qui in avanti riprende il post del 28/07/2016 ...
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