Hillary Clinton ha chiuso la convention democratica, accettando la nomination alla Casa Bianca e promettendo di agire da presidente, se sarà eletta, per unire l’America e non per dividerla, come invece fa il suo rivale Donald Trump, candidato repubblicano.
Introdotta sul palco del Wells Fargo Center, dopo un’esibizione
di Kate Perry, dalla figlia Chelsea, che l’ha presentata come “una lottatrice
che non s’arrende”, la Clinton ha notato: “Siamo alla resa dei conti" e
"siamo più forti se uniti".
Hillary ha definito “una pietra miliare” il fatto di essere la
prima donna candidata da uno dei due maggiori partiti statunitensi: "Potenti
forze rischiano di dividerci. Legami di fiducia e di rispetto si stanno
logorando. Così come per i nostri fondatori, non ci sono garanzie: dipende da
noi. Dobbiamo decidere se lavorare insieme per risorgere insieme". Il suo
discorso è stato segnato dagli applausi dei delegati ed è stato seguito da
tutte le tv Usa.
"Darò la possibilità a tutti gli americani di vivere
vite migliori”, ha assicurato la Clinton, tracciando una sorta di programma: “La
mia principale missione come presidente sarà quella di creare più opportunità e
posti di lavoro, con retribuzioni in crescita, proprio qui negli Stati Uniti.
Dal primo all'ultimo giorno del mio mandato. Soprattutto in luoghi che per
troppo tempo sono stati lasciati fuori e indietro”, dal Midwest manifatturiero fino
al Delta del Mississippi e al Rio Grande.
Rilanciando a più riprese l’appello all'unità, tema di fondo
della Convention, Hillary ha osservato come "tutte le generazioni di americani
si sono unite per rendere il nostro Paese più libero, più giusto e più forte.
Nessuno può riuscirci da solo. Ecco perché siamo più forti insieme". E
solo con l’unità "possiamo trasformare i nostri programmi progressisti in
realtà", ha proseguito riferendosi alla piattaforma del partito
democratico sottoscritta anche dal suo ex rivale Bernie Sanders.
Parlando di sicurezza, la Clinton ha avvertito che “la
scelta che dobbiamo fare è estrema": "Tutti coloro che leggono le
notizie sono consapevoli delle minacce e delle turbolenze che dobbiamo
fronteggiare, da Baghdad a Kabul, da Nizza a Parigi, a Bruxelles, a San
Bernardino, a Orlando. Abbiamo a che fare con nemici determinati, che devono
essere sconfitti. Per questo non stupisce che la gente cerca ansiosamente
rassicurazioni e una leadership stabile. Vogliono un leader che capisce che siamo
più forti lavorando insieme ai nostri alleati", ha affermato l’ex
segretario di Stato criticando Trump.
"Immaginatelo nello Studio Ovale in un momento di
crisi: un uomo che perde le staffe per un tweet non può avere la responsabilità
delle armi nucleari. Forza significa intelligenza, giudizio, freddezza,
utilizzo strategico e preciso del potere. Questo è il comandante in capo che
m’impegno ad essere", ha sottolineato. "E sono orgogliosa di essere
al fianco dei nostri alleati contro chi li minaccia, compresa la Russia".
Per tenere al sicuro l’Unione, ha avvertito , "non
possiamo permetterci un presidente che le lobby delle armi tengono in tasca. Io
non voglio cancellare il secondo emendamento, non voglio togliervi le armi. Ma
non voglio che veniate colpiti da qualcuno che non avrebbe dovuto possedere
armi. Mi rifiuto di pesare che non possiamo trovare un compromesso. Dobbiamo
superare le differenze e non solo sulle armi, ma sulle razze, l'immigrazione e
molto altro”.
In chiusura, torna il tema dell’unità: "Sarò il presidente
di tutti, di chi mi avrà votato e di chi non mi avrà votato, democratici,
indipendenti e repubblicani". La Clinton ha osservato: "E pluribus
unum, uno da molti, è il motto del nostro Paese. Saremo fedeli a questo motto?
Abbiamo sentito la risposta di Trump alla sua convention: lui vuole dividerci,
tra di noi e dal resto del Mondo. Lui vuole che abbiamo paura del futuro e gli
uni degli altri". E citando Franklyn Delano Roosevelt, il presidente del
New Deal e della sconfitta del nazismo,
Hillary ha detto: “Dobbiamo temere solo la paura”.
"Questa notte iniziamo un nuovo capitolo – ha concluso
Hillary -… Cerchiamo di essere forti insieme, guardando al futuro con coraggio
e fiducia, costruendo un futuro migliore per i nostri figli e per il nostro Paese.
Grazie e Dio benedica gli Stati Uniti d'America". Tra applausi e
acclamazioni, una cascata di palloncini e coriandoli bianchi, rossi e blu ha
inondato il Wells Fargo Center.
Voce fuori dal coro democratico, naturalmente, quella di
Trump, che affida il suo commento non solo a un tweet, ma a una nota della sua
campagna: "Un'offensiva collezione di cliché e riciclata retorica".
"Hillary Clinton dice che l'America è più forte unita, ma nell'America di
Hillary Clinton milioni di americani vengono lasciati fuori al freddo. Lei è
unita solo ai suoi finanziatori".
Invece, il presidente Barack Obama, che mercoledì sera le
aveva dato il suo appoggio, indicandola come suo successore, commenta: "Grande
discorso. E sperimentata. E' pronta. Non si arrende mai: ecco perché Hillary
deve essere il nostro prossimo presidente" (AGI – fonti vv – gp)
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