Scritto per Il Fatto Quotidiano del 15/05/2014
Sul sito ufficiale dell’Expo 2015, la pagina dell’Onu,
dominata dallo slogan “Sfida fame zero – Uniti per un mondo sostenibile”, ha un solo miserrimo ‘mi piace’ su Facebook. E
non c’è la foto del segretario generale delle Nazioni Unite, il coreano Ban Ki-moon.
In realtà, la foto c’era, ma è stata rimossa. Dopo lo scoppio della
‘Tangentopoli dell’Expo’.
A rivelarlo, è Le Figaro. L’espertissimo corrispondente del
quotidiano francese, Richard Heuzé, dedica un servizio al “ritorno dei grandi
scandali a vent’anni dall’operazione ‘Mani Pulite’” : un terremoto tale da
indurre Ban, che la settimana scorsa era stato a Roma, accolto come si conviene
“in pompa magna”, a fare ritirare la propria foto dal sito dell’Expo.
Al telefono con Il Fatto, Heuzè, un’istituzione fra i
corrispondenti esteri in Italia, conferma quanto scritto: una fonte affidabile
gli ha detto che la foto c’era e che ne è stato chiesto il ritiro. Fonti dell'Expo
confermano che la foto è stata rimossa su richiesta dell'Onu, "ma –affermano-
per una loro politica informativa istituzionale che preferisce dare spazio all'evento
e non alla persona".
Sulla pagina, ora, non c’è nessuna immagine, ma soltanto una pappardella
che spiega il significato della partecipazione dell’Onu all’Expo.
Ban è in viaggio in Europa, a Stoccolma. Ma, a New York,
l’ufficio del portavoce del segretario dell’Onu risponde a Il Fatto, dopo avere
acquisito la necessaria documentazione –la polemica non era ancora arrivata al
Palazzo di Vetro-: “Il sito in questione è dell’Expo, non dell’Onu. E’ quindi gestito
da loro ed è a loro che va rivolta la domanda –già fatto, grazie, ndr-, perché la
responsabilità non è nostra”.
Insomma, il fatto sussiste: la foto c’era ed è stata tolta.
Perché? L’Expo dice per policy Onu, ma l’Onu non fa riferimento a tale policy.
Quel che è certo è che la foto viene levata dopo gli arresti
per le mazzette dell’Expo, avvenuti giovedì 8 maggio. Il giorno prima, Ban,
appena arrivato a Roma, dove si sarebbe poi trattenuto fino al 9, vedendo tutti
quanti, Napolitano, Renzi, papa Francesco, era intervenuto a un ricevimento
dato a Palazzo Doria Pamphili dal ministro degli Esteri Federica
Mogherini proprio per la presentazione
ufficiale di Expo 2015 ai vertici delle Nazioni Unite, presente il ‘numero 1’
dell’iniziativa milanese Giuseppe Sala.
E, lì, Ban aveva detto: "L'Expo avviene nel 2015, un anno cruciale
per le Nazioni Unite: non solo valuteremo il raggiungimento degli obiettivi di
sviluppo del Millennio, ma lanceremo anche una nuova agenda di sviluppo
globale". Progetti importanti. Resta da vedere ora se saranno mantenuti.
Già il 25 marzo 2013, il segretario generale aveva nominato
Eduardo Rojas-Briales, vice-direttore
dell’Agenzia dell’Onu per l’alimentazione e l’agricoltura, la Fao, che sta a
Roma, commissario generale per il coordinamento delle iniziative dell’Onu all’Expo.
E la foto di Rojas-Briales è tuttora sul sito.
L’episodio è, in fondo, minimo. Ma è un segnale di come la
‘Tangentopoli dell’Expo’ impatti sull’immagine dell’iniziativa, di Milano e
dell’Italia, ben al di là dei tentativi di minimizzarne le conseguenze. Per Die
Welt, l’eventualità di un fallimento “è dietro l’angolo”, con il rischio “di fare crollare anche uno degli
ultimi lati buoni di un Paese sconquassato dalla crisi”.
Né suona meglio l’atteggiamento un po’ distaccato del Financial
Times, che titola “Le accuse di corruzione paiono normali nella politica e
negli affari italiani”. Più o meno come fa, in Spagna, La Vanguardia, che,
almeno, accomuna la Spagna al nostro male: “L’ondata di arresti per l’Expo
mette il dito nella piaga di un problema cronico italiano, ma anche spagnolo,
la corruzione che produce scandali quasi quotidiani”.
Ban toglie la foto. C’è da sperare che altri non tolgano
investimenti. O padiglioni.
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