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giovedì 1 maggio 2014

Ucraina: la prima volta di Matteo e Vladi, crisi, energia e l'ombra di Mr B

Scritto per Il Fatto Quotidiano dello 01/05/2014

“Pronto?, Silvio?”. “No, sono Matteo. Ma puoi dire a me, Vladi”. “Ah, Matteo! Silvio m’ha parlato bene di te: dice che mi posso fidare, che gli tieni il posto in caldo per quanto torna… Ti aspetto nella dacia… ”. Dialogo (immaginario) tra un presidente (russo) e un premier (italiano), che finora non s’erano mai parlati.

La prima volta tra Renzi e Putin c’è davvero stata, ieri: un’occasione per il premier di dire la sua sulla crisi ucraina, dopo gli appuntamenti multilaterali (Vertici europei e G7) e l’incontro a Roma con il premier ucraino Iatseniuk venerdì scorso, ed anche di stabilire un contatto col grande amico di Mr B sulla scena mondiale.

Le cronache ufficiali di Palazzo Chigi raccontano tutta un’altra telefonata: un lungo colloquio tutto centrato sulla situazione in Ucraina. Secondo la versione italiana, Renzi chiede a Putin un impegno “sostenuto” per il rispetto degli accordi di Ginevra, vecchi di due settimane e ormai morti e sepolti sotto le cronache drammatiche degli ultimi 15 giorni.

Secondo la versione russa, i due leader ''si sono scambiati opinioni sulla crisi ucraina”, esprimendo “la necessità che tutte le parti –non solo la Russia, ndr- rispettino gli accordi di Ginevra''.

Ma Putin e Renzi, per il Cremlino, hanno pure ''discusso, in modo costruttivo, di questioni attuali della cooperazione russo-italiana in varie aree, incluso il settore energetico''. Un modo, neppure criptico, per ricordare che l’Italia dipende per un terzo delle forniture dal gas russo e che è meglio non tiri troppo la corda sulle sanzioni.

Renzi, del resto, non ci pensa proprio a fare il kamikaze, anche se la prossima settimana gli toccherà gestire la mela avvelenata di un G7 dell’energia in funzione anti-russa. Mentre la Merkel, ieri, faceva la voce grossa, irritata dalla vicenda degli ostaggi dell’Osce a Slavyansk, fra cui 4 tedeschi.

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