Scritto per EurActiv.it il 25/05/2014
L’Italia va maluccio, l’Unione
pare andare un po’ meglio: parliamo dell’affluenza alle urne per le europee,
che, globalmente, sembra essere in risalita, sia pure leggerissima, rispetto al 43% netto del 2009 nell’Ue (65% in Italia).
Le proiezioni danno una crescita di decimi di punto. Se questa tendenza sarà confermata,
sarà comunque la prima volta dal 1979, le prime elezioni del Parlamento europeo a
suffragio universale, che la partecipazione non cala, ma sale.
In Germania e in Francia,
l’affluenza alle urne risulta maggiore di cinque anni or sono. Anche portoghesi
e croati hanno votato più numerosi dell’ultima volta –per i croati, l’anno
scorso, perché sono appena entrati nell’Unione-.
Ma il panorama è ancora incompleto
e i dati, che cominciano ad affluire, sono lacunosi. Meglio, quindi, trattarli
con prudenza. Del resto, i timidi segnali europeisti che potrebbero essere
tratti da un incremento della partecipazione contrastano con le anticipazioni
dei risultati, che vedono partiti euro-scettici o euro-critici in testa allo
scrutinio, ad esempio, in Francia e in Grecia e non solo.
In questo contesto, tuttavia, le
indicazioni che arrivano dall’Italia appaiono contro corrente. Alle 23.00, cioè alla chiusura dei seggi, i votanti risultavano circa il 10 % in meno che
nel 2009, circa il 54%. Però, cinque anni or sono s’era votato pure il
sabato sera e il confronto non è del tutto valido. Nel contempo, ci sono
stavolta a fare da traino due elezioni regionali e migliaia di elezioni
comunali.
Nessun commento:
Posta un commento